di Carmen Elena Villa
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 13 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Da strumenti che hanno più di quattro secoli per osservare lo spazio alle strumentazioni più moderne che possono captare fotografie o pellicole a milioni di chilometri di distanza dalla terra: è il percorso che si può fare nella Mostra Astrum 2009, che si realizzerà nei Musei Vaticani.
L’esposizione è stata presentata questo martedì mattina nel corso di una conferenza stampa nella Santa Sede, presieduta da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura.
E’ organizzata dalla Specola Vaticana, dall’Istituto Nazionale di Astrofísica e dai Musei Vaticani e si svolgerà dal 16 ottobre al 16 gennaio 2010 per celebrare la chiusura dell’Anno Internazionale dell’Astronomia, dichiarato dall’UNESCO per commemorare i 400 anni della comparsa del telescopio.
Durante la conferenza stampa, la professoressa Ileana Chinnici, curatrice della mostra, ha affermato che è “unica nel suo genere” visto che presenta per la prima volta alcuni tesori tra cui 130 oggetti come strumenti, mappe, manoscritti di Galileo Galilei, modelli di sistema tolemaico copernicano, quadri, fotografie, codici e libri.
La docente ha spiegato che sono state realizzate solo due mostre di questo tipo: nel 1929 e nel 1958.
Il professor Tommaso Maccacaro, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha dichiarato che “sono strumenti che erano lo stato dell’arte per i colleghi del passato e che sono stati effettivamente utilizzati per osservare gli astri, misurarne le proprietà, acquisire dati e verificare ipotesi”.
“Così come oggi lo sono i giganteschi telescopi e la complessa strumentazione che costruiamo e installiamo nei siti più remoti del pianeta (se non addirittura in orbita intorno alla Terra)”, ha aggiunto.
Per Ileana Chinnici, la mostra “è stata concepita per dare visibilità a questo patrimonio, arricchito da libri, carte d’archivio e pezzi provenienti da altre pregevoli collezioni”.
Secondo il sacerdote argentino José Gabriel Funes, S.I, direttore della Specola Vaticana, “tutti noi astronomi siamo figli dell’astronomia italiana”.
Il presbitero si è riferito all’oggetto che a suo avviso è il più prezioso della mostra: l’astrolabio – uno strumento per determinare la posizione delle stelle nel cielo – del XVI secolo.
“E’ stato regalato al Papa Leone XIII per il suo giubileo sacerdotale. La rifondazione della Specola Vaticana nel 1891 è legata a questa mostra”, ha commentato.
La professoressa Chinnici ha concluso che Astrum 2009 vuole far prendere coscienza “della ricchezza e del valore della tradizione astronomica italiana, nell’auspicio che il pubblico si avvicini all’astronomia di oggi e del passato non come privilegio di pochi, ma come patrimonio di tutti”.
La Specola Vaticana è una delle più antiche istituzioni astronomiche del mondo. Attualmente svolge attività di ricerca scientifica e di formazione rivolta soprattutto ai giovani astronomi dei Paesi in via di sviluppo.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica è un’organizzazione che promuove attività di ricerca nel campo dell’astronomia, dell’astrofisica e della fisica cosmica in collaborazione con le università e con altri soggetti pubblici e privati.