Pio XII un Papa profetico

Convegno di studi nel 70° anniversario dell’enciclica Summi Pontificatus

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 28 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Nella splendida cornice della Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma, si è concluso martedì 25 ottobre il convegno di studi su Pio XII, nel settantesimo anniversario dell’enciclica Summi Pontificatus.

Organizzato dal Comitato Papa Pacelli-Pastor Angelicus (www.comitatopapapacelli.org) e dalla rivista “Cultura & Libri” (www.culturaelibri.it) l’incontro aveva lo scopo di far conoscere la vastità degli interventi e dei contributi forniti dal Pontefice Pio XII alla pace e al progresso civile e morale dell’umanità.

Secondo gli organizzatori oggi si conosce e si parla del Pontefice Pio XII solo in merito al rapporto tra Santa Sede ed ebraismo durante gli anni della Shoah e della seconda guerra mondiale.

I documenti storici che continuano ad emergere dagli archivi dimostrano, in maniera sempre più manifesta, quanto Papa Pacelli si prodigò per salvare la vita e proteggere tutti i perseguitati con particolare attenzione per gli ebrei.

Ma Pio XII non fu solo il “Papa degli ebrei”. Gli intervenuti all’incontro hanno analizzato il suo pontificato da diversi punti di vista, rivelando la grandezza e la lungimiranza di un Pontefice i cui pensieri e documenti hanno del profetico.

Nell’aprire i lavori, l’avvocato rotale, Emilio Artiglieri, promotore e rappresentante del Comitato Papa Pacelli, ha letto i messaggi di felicitazioni e incoraggiamento dei Cardinali Tarcisio Bertone, Angelo Sodano e Camillo Ruini, dell’Arcivescovo Mauro Piacenza, di monsignor Guido Marini, e di padre Paolo Molinari S.J.

Monsignor Nicola Bux, Consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Santo Padre e teologo, ha ricordato che già nel 1947 nell’introduzione all’enciclica Mediator Dei, Pio XII aveva precisato che “la tradizione è necessaria e l’innovazione ineluttabile, ed entrambe sono nella natura del corpo ecclesiale (…) non ha senso essere ad oltranza innovatori o tradizionalisti. Semmai bisogna incontrarsi e confrontarsi senza pregiudizi e con grande carità”.

Ma indipendentemente da quale lingua si usa o dalle influenze della cultura locale, secondo monsignor Bux “la liturgia avviene soltanto ‘per, con e in’ Gesù Cristo: diversamente non arriva a Dio Padre e per adorarlo e nemmeno a noi per santificarci”.

In questo contesto il noto teologo e liturgista ha ribadito che “nessuno possa parlare di liturgia senza partire da Cristo in quanto Mediator Dei”.

Suor Margherita Marchione ha raccontato dell’amicizia profonda tra Eugenio Pacelli e Guglielmo Marconi, un’amicizia che si rivelò preziosissima per la fondazione della Radio Vaticana che contribuì in maniera straordinaria a far ascoltare la voce del Pontefice in tutto il mondo.

Il prof. Giulio Alfano, docente di etica politica alla Pontificia Università Lateranense, ha ricordato l’operazione “Rabat” con cui i nazisti volevano rapire il Pontefice Pio XII, e l’immane opera di salvataggio dei perseguitati, soprattutto ebrei.

Il prof. Alfano ha fatto notare che non c’è zona di Roma dove non ci sono tracce, ancora oggi visibili, della carità del Pontefice Pio XII, che riuscì a salvare la città eterna dai bombardamenti alleati.

L’eroismo di Pio XII era ben noto al popolo romano, che alla fine della guerra affollò in maniera spontanea piazza San Pietro per ringraziare il Vicario di Cristo.

Per salvare Roma e milioni di vittime predestinate Pio XII si rivolse incessantemente alla Vergine Maria. Il mariologo Stefano De Fiores, ha ricordato come non ci fu Papa più devoto a Maria di Pacelli.

Nel suo pontificato si contano oltre quattrocento documenti relativi a Maria, tra cui la proclamazione del primo anno mariano della storia e il dogma dell’Assunta.

Leonardo Macrobio, professor di Bioetica dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum”, ha rilevato la grande attualità degli interventi di Papa Pacelli su tutti i grandi temi della vita nascente, della cura dei malati, e del fine vita.

La studiosa e ricercatrice Alexandra von Teuffenbach ha raccontato come Pio XII avesse già preparato in maniera perfetta il Concilio Vaticano II.

Julio Loredo, redattore di “Radici Cristiane”, ha raccontato come dalle allocuzioni che Pio XII rivolse al patriziato ed alla nobiltà romana sia possibile trarre un trattato sulle virtù.

Padre Francesco Lucantoni ha spiegato che Pio XII è stato un esempio sublime di sacerdote; lo storico e pedagogista Fabio Silvestri ha illustrato “la Summi Pontificatus ed i radiomessaggi”; il regista Pasquale Squitieri ha narrato la propria esperienza personale e la grandezza di Pio XII; mentre il giornalista Umberto Tarsitano ha sottolineato quanto Pio XII fosse avanzato nell’utilizzo e nello sviluppo dei mass media.

L’incontro si è concluso con un intervento di Alberto Di Giglio, direttore editoriale di “Cultura & Libri”, il quale ha illustrato quanto e come Pio XII avesse compreso l’importanza del cinema.

Nel dopo cena è stato proiettato il film “Pastor Angelicus” realizzato nel 1942 dalla Produzione Cinematografica Cattolica con la regia di Romolo Marcellini.

[Tutti gli interventi, compresi quelli di molti altri esperti che non erano presenti all’incontro, sono stati pubblicati in un numero speciale di “Cultura & Libri” (n166/167 gennaio giugno 2009). Chi ne volesse copia può richiederlo ad alberto@digiglio.it; mobile 336.863610]

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ZENIT Staff

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