WASHINGTON, mercoledì, 5 maggio 2010 (ZENIT.org).- La Commissione statunitense sulla Libertà Religiosa ha proposto di tornare a inserire il Vietnam nella lista dei “Paesi particolarmente preoccupanti in materia di libertà religiosa”, a causa del peggioramento della situazione dei credenti.
La Commissione per la Libertà Religiosa nel Mondo ha presentato il 30 aprile il suo Rapporto sull’anno 2009 (dal giugno 2008 al giugno 2009). Il Vietnam è uno dei cinque Paesi che la Commissione propone di inserire nella lista di quelli in cui le violazioni della libertà religiosa sono più gravi.
Uno dei membri della Commissione statunitense, Scott Flinse, incaricato delle questioni relative all’Asia sud-orientale, ha spiegato questa decisione, informa Eglises d’Asie, l’agenzia delle Missioni Estere di Parigi.
Flinse ha dichiarato a Radio Free Asia che, se il progresso compiuto nelle relazioni tra Vietnam e Stati Uniti in vari settori – soprattutto nel campo del commercio, della sicurezza o della lotta alla droga – è stato notevole, è lungi dall’esserlo in materia di libertà religiosa.
La Commissione stima attualmente che il reinserimento del Vietnam nella lista dei “Paesi particolarmente preoccupanti” a causa della sua politica religiosa sarebbe una misura del tutto adeguata.
Quando il Vietnam è stato iscritto per la prima volta nella lista, nel 2004, si sono percepiti progressi sensibili, e si può pensare che la reiterazione di questa sanzione avrebbe effetti positivi.
La proposta della Commissione statunitense di reiscrivere il Vietnam nella famosa lista è giustificata dalle persecuioni che subiscono oggi i credenti, ha precisato Flinse.
A questo proposito, ha citato l’espulsione dei monaci buddisti dal loro monastero di Bat Nha, avvenuta in un clima di violenza e di odio.
Allo stesso modo, ha sottolineato le gravi difficoltà che devono affrontare i protestanti dell’altopiano del centro del Vietnam e di altri luoghi nell’esercizio del loro culto.
Nel Rapporto presentato al Dipartimento di Stato, una decina di pagine viene dedicata agli errori della politica religiosa del Vietnam. Oltre ai fatti già citati, il testo ripercorre le varie persecuzioni che hanno colpito le grandi religioni.
Si menzionano il severo controllo esercitato dalle autorità civili sul buddismo unificato, la repressione del buddismo Hoa Hao autentico e tutte le questioni che, nel 2008 e nel 2009, hanno affrontato le comunità cattoliche con le autorità civili, così come la repressione e il controllo dei protestanti.
La Commissione per la Libertà Religiosa nel Mondo è un’organizzazione indipendente del Governo statunitense con la funzione di consigliare il Presidente, gli Affari Esteri e i membri del Congresso degli USA sulle questioni relative alla libertà religiosa e ai diritti umani nel mondo. Il suo ruolo è unicamente consultivo. La lista dei Paesi particolarmente preoccupanti, redatta dalla Commissione, deve essere approvata dal Dipartimento di Stato per diventare effettiva. Nel 2009, il Governo del Presidente Obama non ha adottato i cambiamenti proposti alla lista dalla Commissione.
Il nome del Vietnam è stato introdotto nella lista del 2004 perché il Paese non aveva risposto alle richieste statunitensi di liberare un certo numero di personalità religiose in prigione o con residenza vigilata. Alla fine del 2006, poco prima che il Presidente George W. Bush visitasse Hanoi, il Vietnam venne ritirato dalla lista considerando i progressi compiuti dal Paese nel campo della libertà religiosa.
Negli anni 2006, 2007 e 2008, tuttavia, la Commissione aveva proposto al Dipartimento di Stato di reinserirlo nella lista, tenendo conto del peggioramento della situazione religiosa, proposta che non è stata accettata.
Nell’ottobre 2009, il rapporto annuale degli Affari Esteri statunitensi sulla situazione religiosa in 198 Paesi del mondo ha segnalato che il Vietnam continua a progredire in questo campo, ma che permangono numerosi problemi.
Per consultare il testo completo del rapporto: http://www.uscirf.gov/images/annual%20report%202010.pdf