CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 5 giugno 2010 (ZENIT.org).- La scelta di Paphos come luogo di inizio della visita che Benedetto XVI sta realizzando a Cipro è “ottima” perché la città era in precedenza la capitale, ed è qui che Paolo e Barnaba arrivarono e poterono annunciare il Vangelo anche alla più alta autorità romana dell’isola del tempo, che si convertì.
“Quindi, è un luogo, nella storia dell’evangelizzazione, estremamente significativo”, ha spiegato padre Federico Lombardi, SI, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in un’intervista rilasciata alla “Radio Vaticana”.
“Qui il Papa è venuto veramente anche come pellegrino per continuare l’itinerario che ha fatto in Terra Santa e che ha anche fatto a Malta nell’anniversario paolino – ha aggiunto –. Quindi, è un luogo di grande evocazione e densità di ispirazione per tutti i temi dell’evangelizzazione nel mondo, perché il mondo a cui Paolo annunciava non era un mondo cristiano, era un mondo pagano”.
Anche nel mondo attuale, ha segnalato, “ci sentiamo per tanti aspetti di dover tornare alla radice dello spirito dell’evangelizzazione, per un mondo che veramente non accetta o non conosce tanto il messaggio del Vangelo e a cui quindi noi dobbiamo ancora portarlo”.
Aspetto ecumenico
Il portavoce della Santa Sede ha anche ricordato che Cipro “è attualmente, con la sua Chiesa ortodossa e l’arcivescovo Chrysostomos in particolare, una delle realtà ortodosse più attive nel campo ecumenico”.
“Siamo in un luogo che è stato strategico nella storia per le vie del cristianesimo che nasceva e che evangelizzava, ma che adesso è anche strategico per le vie dell’ecumenismo nel nostro tempo”, ha rimarcato.
La Chiesa ortodossa di Cipro, ad esempio, ha “un ottimo rapporto” con la Chiesa ortodossa di Mosca. Ha dunque “un ruolo importante nel dialogo fra le Chiese ortodosse”, e come tale “si propone anche come ponte e come luogo di incontro pure con la Chiesa cattolica e con le altre comunità cristiane”.
Allo stesso modo, Cipro è un “crocevia nel Medio Oriente”, “l’unico luogo attualmente a cui si può confluire senza difficoltà da tutti i diversi Paesi” della regione.
Sinodo del Medio Oriente
Per queste ragioni, l’isola del Mediterraneo è “un luogo in cui è naturale convenire per avviare questo cammino sinodale che poi porterà a Roma nel mese di ottobre”.
“Abbiamo qui in questi giorni rappresentanti di comunità di tradizioni cattoliche orientali e latine diverse, invitati dal Papa a crescere nella comunione, a ritrovare il senso, l’entusiasmo del loro essere comunità nel mondo di oggi per poter dare la loro testimonianza, per potersi sentire anche incoraggiati e sostenuti vicendevolmente, essendo comunità in gran parte di minoranza e in situazioni difficili”, ha ricordato padre Lombardi.
“Hanno un loro messaggio di cui devono essere fieri e che può essere un grande contributo anche per il dialogo con altre persone di altre fedi, nella società in cui loro vivono, siano essi musulmani, siano ebrei o siano persone di buona volontà”, ha aggiunto.