ROMA, domenica, 6 giugno 2010 (ZENIT.org).- Un clima di festa ha caratterizzato questo sabato la visita di Benedetto XVI alla scuola elementare di St. Maron, nel quartiere residenziale di Anthoupoli, uno dei sobborghi della capitale cipriota.
Nel secondo impegno pubblico a Nicosia il Papa si è incontrato con circa duemila persone in rappresentanza della comunità cattolica locale nel campo sportivo della scuola che ha aperto le sue porte per la prima volta il 1° settembre 2002 e che d’allora, oltre ad essere un’importante istituzione educativa, è anche un simbolo della presenza storica della comunità maronita a Cipro.
La scuola ospita molti studenti provenienti da altre scuole maronite: cioè dai quattro villaggi di Asomatos, Karpasha, Kormakitis e Ayia Marina, un tempo interamente maroniti che si trovano nel nord dell’isola sottoposto all’occupazione turca. Tuttavia accoglie chiunque desideri frequentare l’istituto.
La scuola, che in pratica è aperta l’intera giornata, ospita numerosi attività educative e formative: una sezione pre-scolare, un asilo nido, una scuola materna, una scuola elementare e corsi serali per adulti. Attualmente gli allievi sono oltre 160. Nelle ore serali è possibile seguire corsi di informatica, musica, teatro, arabo, inglese oltre a praticare attivà sportive.
Nel discorso di benvenuto l’Arcivescovo dei Maroniti di Cipro, mons. Joseph Soueif, che sarà Segretario speciale al Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente in programma a ottobre, ha ricordato le tre componenti che formano la piccola comunità cattolica presente sull’isola (3,15% su una popolazione totale di 794.000 abitanti): i maroniti (tra 6.000 e 9.000), i latini (tra 12.000 e 13.000) e gli armeni.
L’Arcivescovo Soueif ha poi sottolineato come la Chiesa maronita, che quest’anno celebra i 1600 anni della morte del fondatore, sia sempre stata “orgogliosa” della sua comunione con la Sede di Pietro
“I maroniti di Cipro – ha detto – sono giunti sull’isola 1200 anni fa e oggi siamo quattro villaggi, proprio come i quattro bracci della Croce: Kormakitis, Asomatos, Agia Marina, Karpasha e accanto a loro il monastero el profeta Elia. Santità, le chiediamo di aiutarci a tornare nei nostri villaggi. Ricordi Cipro nelle sue preghiere”.
“I nostri villaggi – ha continuato – sono bei posti dove manteniamo la nostra identità, la nostra peculiarità in spirito di apertura verso tutti e la dinamica di interazione fra tutte le comunità dell’isola. La nostra terra ha prodotto santi, uomini santi e una comunità santa incentrata sulla fede e che vive la semplicità del Vangelo”.
I cattolici latini di Cipro, ha detto ancora il presule, “sono radicati nell’isola, in tutte le città, in particolare Famagosta e Larnaca. La comunità contribuisce alla cultura, alle arti e allo sviluppo dell’aspetto spirituale, ecclesiastico e umano dell’isola”, oltre ad essere “attiva, soprattutto nel servizio caritativo verso i lavoratori e i bisognosi”.
Nel suo discorso Benedetto XVI li ha incoraggiati “a vivere la vostra fede nel mondo unendo le vostre voci ed azioni per la promozione dei valori del Vangelo. Questi valori ispirino i vostri sforzi di promuovere la pace, la giustizia e il rispetto per la vita umana e la dignità dei vostri concittadini”.
Il Pontefice ha quindi invitato i cattolici a impegnarsi in un costante dialogo quotidiano con cristiani e non in modo da “costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli di diverse religioni, regioni politiche e basi culturali”.
Il Papa ha poi invitato la Chiesa cattolica cipriota a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, chiedendo ai genitori d’incoraggiare i figli a rispondere alla chiamata del Signore e agli insegnanti che operano nelle scuole cattoliche dell’isola “a servire il bene dell’intera comunità sforzandovi per un’educazione eccellente”.
Infine rivolgendosi ai giovani di Cipro in lingua greca ha detto: “Siate forti nella vostra fede, gioiosi nel servire il Signore e generosi con il vostro tempo e i vostri talenti! Aiutate a costruire un miglior futuro per la Chiesa e per il vostro Paese mettendo il bene degli altri prima di voi stessi”.
In conclusione, il Ppaa ha rivolto un messaggio alle persone presenti provenienti dai villaggi maroniti del nord: “Conosco i vostri desideri e le vostre sofferenze e vi chiedo di portare la mia benedizione, la mia vicinanza e il mio affetto a tutti quelli che vengono dai vostri villaggi. Noi cristiani siamo il popolo della speranza”.
“Da parte mia, io spero fortemente e prego che, con l’impegno e la buona volontà di tutti coloro che sono coinvolti, sarà presto assicurata una vita migliore per tutti gli abitanti dell’isola”, ha continuato.
Terminata la parte liturgica dell’incontro con la benedizione e una presentazione di doni al Santo Padre, i tanti bambini e giovani hanno offerto al Papa una rappresentazione artistica, con danze e canti ispirati al patrimonio tradizionale dei maroniti ciprioti. Subito dopo è stata presentata al Papa anche una mostra di pittura.