di Elizabeth Lev
ROMA, lunedì, 14 giugno 2010 (ZENIT.org).- I festival cinematografici tendono a far emergere il mio lato cinico. Si tratti di Cannes, Venezia o di quello di Sundance, sembra sempre che premi e pubblicità si riversino sui film che promuovono i tre temi principali per i media: aborto, unioni omosessuali ed eutanasia. Aggiungete un pizzico di banale stereotipo anticattolico e voilà, ecco un grande successo. Al di là del cattivo gusto e dell’ovvia offensività, tutto il business dei premi cinematografici diventa davvero noioso.
Cosa è stato, ci si chiede, dei giorni in cui film come “Beckett” e “Un uomo per tutte le stagioni”, o perfino “Tutti insieme appassionatamente”, facevano incetta di premi?
Una regista cattolica, Liana Marabini, ha deciso di contrastare questi festival con uno proprio, e la settimana scorsa si è svolto nell’Auditorium di Via della Conciliazione il primo festival di film cattolici di Roma. Con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, questa rassegna durata una settimana ha presentato film, documentari e opere televisive che illustrano “valori morali universali e modelli positivi”.
Il festival, intitolato “Mirabile Dictu” (in latino “incredibile a dirsi”), ha selezionato film di tutto il mondo. Una giuria composta da attori, sceneggiatori, produttori e un teologo ha assegnato i sei premi per il miglior film, miglior documentario, attore di cortometraggio e regia. Il premio alla carriera è andato a Giancarlo Giannini, che ha lavorato con Luchino Visconti, Ranier Werner Fassbinder, Lina Wertmüller e Tony e Ridley Scott, ed è stato visto di recente insieme a Daniel Craig nella nuova avventura di James Bond.
I vincitori sono stati annunciati il 10 giugno in un evento di gala svoltosi sulla terrazza panoramica dei Musei Capitolini. Il premio per il miglior film è andato a Désobéir, una pellicola francese del 2009 diretta da Joel Santoni che racconta la storia di Aristides de Sousa Mendes, che ha salvato la vita degli ebrei durante la II Guerra Mondiale emettendo visti per il Portogallo.
Agendo in questo modo, Mendes sfidò il proprio Governo, morendo poi in disgrazia e povertà. La star del film, Bernard le Coq, ha vinto il premio come miglior attore.
Il premio per la miglior regia è andato all’irlandese Paul Brady per il suo “Janey Mary”, del 2007, che racconta la storia di una bambina di cinque anni nelle strade della Dublino degli anni Quaranta del Novecento. Il razionamento del periodo di guerra fa morire di fame la popolazione, e la città è in preda alla depressione. L’amicizia tra la bambina e un sacerdote agostiniano è il tipo di storia edificante che si vuole sentire dall’Irlanda proprio in questo momento.
Un film sorprendente non ha vinto premi ma ha gettato un barlume di speranza per il cinema americano: “The Confessor”, noto anche come “The Good Shepherd”, di Lewin Webb e con Christian Slater.
Slater interpreta padre Daniel Clemens, un furbo faccendiere di public relations della sua Arcidiocesi. Quando visita un sacerdote in carcere per aver rifiutato di infrangere il vincolo del confessionale, il suo stile di vita materialista viene sfidato e si rende conto di ciò che significa davvero servire la Chiesa. Anche se è del 2004, il film non ha mai avuto una grande distribuzione. “Mirabile Dictu” ha trovato questa pellicola e ha permesso che il suo messaggio positivo venisse trasmesso e che il pubblico potesse godersi Christian Slater in quello che può essere il suo primo ruolo edificante in un film.
“Mirabile Dictu” non è il primo della categoria. Il più antico Festival Internazionale Cinematografico e Multimediale Cattolico si tiene ogni anno a Niepokalanow, in Polonia, e quest’anno ha celebrato il 25° anniversario. Nel 2009 ha debuttato a Miami con grande successo il JP2 International Film Festival. A Roma, tra il festival di Cannes e quello di Venezia, “Mirabile Dictu” è pronto a diventare il caput mundi del cinema cattolico.