ROMA, domenica, 27 giugno 2010 (ZENIT.org).- IBreviary, l’applicazione che permette di avere il Messale con le letture del giorno e la Liturgia delle Ore, è sbarcato ora anche sull’iPad, il nuovo dispositivo informatico che in solo 80 giorni ha già venduto tre milioni di copie.
L’applicazione, già funzionante per l’iPhone, è stata sviluppata da un giovane sacerdote italiano di nome Paolo Padrini, esperto di nuovi media, che ha coordinato per il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali il progetto di Pope2you.net.
In una intervista concessa a ZENIT don Padrini ha spiegato che la sua iniziativa non è mirata a sostituire i testi liturgici stampati su carta.
“Non dobbiamo dimenticarci che dal punto di vista liturgico l’altare troppo spesso viene trasformato in un ‘porta oggetti’ mentre il giusto decoro ed il rispetto delle norme liturgiche dovrebbe evitare questo – ha detto –. Io penso soprattutto al Messale su iPad come uno strumento di supporto, soprattutto in mobilità”.
“Se iBreviary per iPad riuscirà ad essere uno strumento decoroso, non invasivo, e rispettoso della liturgia (oltre che funzionale) significa che – a mio personale parere – potrà anche diventare un valido strumento per l’assistenza liturgica dei sacerdoti – ha spiegato – . Penso ad esempio alla possibilità di portarsi con sé, oltre al Messale, anche i riti degli altri Sacramenti: l’unzione degli infermi, il Viatico, il Rosario, ecc.”.
In realtà, ha assicurato, iBreviary è uno strumento in più: “Non uno strumento alternativo, ma uno nuovo. L’obiettivo è quello di fornire un sussidio per i sacerdoti ed anche per i fedeli. Un sussidio che possa aiutare a conoscere la liturgia, anche percependone l’aspetto della bellezza”.
“Non è secondario il fatto che l’iPad, oltre ad essere probabilmente lo strumento che rivoluzionerà il nostro modo di leggere e di utilizzare internet (solo per fare alcuni esempi), sia anche uno strumento ‘bello’ – ha continuato –. L’applicazione stessa sarà molto curata dal punto di vista estetico, proprio per trasmettre l’idea che i testi siano degni di onore e che la liturgia sia una cosa ‘bella’”.
“I sacerdoti e non dimentichiamocelo moltissimi laici, ci stanno chiedendo di continuare così. Ci sgridano se commettiamo errori, ci suggeriscono nuove cose, nuove preghiere da inserire – ha detto –. Ci chiedono sempre maggiori servizi. Ovviamente ci chiedono di realizzare la stessa applicazione anche per altri supporti. Tutte cose che ci onorano e ci stimolano ad andare avanti”.
“La nostra esperienza – posso dirlo con orgoglio – è quella di un vero e proprio servizio ecclesiale. Ogni giorno ci arrivano decine di email da tutto il mondo che ci confermano questa cosa. L’applicazione è gratuita, ed è stata resa tale proprio perchè è ormai percepita come una ‘applicazione di servizio’. E questo ci fa molto piacere”, ha concluso don Padrini.