Mons. Joannes Zakaria: portate il dialogo interreligioso nelle strade

Intervista al Vescovo di Luxor dei Copti Cattolici in Egitto

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di Tony Assaf

CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 16 ottobre 2010 (ZENIT.org).- E’ tempo di portare il dialogo interreligioso nelle strade, tra la gente: a sostenerlo è il Vescovo di Luxor dei Copti Cattolici in Egitto.

Mons. Joannes Zacharia, che si trova in questi giorni a Roma per prendere parte all’Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, ha parlato con ZENIT della situazione dei cristiani nel suo Paese, e delle misure da prendere per far avanzare il dialogo interreligioso.

In che modo verranno applicate le decisioni prese al Sinodo?

Mons. Joannes Zakaria: Chiaramente lasceremo sedimentare un po’ le proposizioni del Sinodo e l’Esortazione Apostolica, e spero che queste proposizioni non solo si riferiscano ai vescovi e ai sacerdoti, ma anche alla gente comune, e che servano a promuovere la fede cristiana. Ciò che interessa alla nostra gente non sono le parole o i termini teologici, ma una semplificazione della vita cristiana per tutte le parrocchie.

I cristiani del Medio Oriente sono forse un po’ stanchi di sentirsi dire dall’Occidente quanto sono importanti e che sono le pietre vive di questa regione, perché la vita reale non gli permette di sentirsi in questo modo. Quale è la situazione nel suo Paese?

Mons. Joannes Zakaria: I cristiani nel Medio Oriente, per poter preservare la loro fede e la loro vita cristiana, sono esposti a parecchi problemi nella vita civile e sul lavoro. Non c’è comunque in Medio Oriente, una persecuzione nel vero senso della parola, ma ci sono delle forme di restrizione alla vita cristiana. I cristiani del Medio Oriente vogliono vivere semplicemente la loro fede. Prima di venire al Sinodo, ho visitato alcune delle mie parrocchie nell’Alto Egitto, ed ho avuto degli incontri con i fedeli del luogo che mi hanno chiesto di portare le loro voci e le loro speranze a questo Sinodo, così da sentirsi parte della Chiesa cattolica in tutto il mondo. Spero che la comunione ecclesiale divenga realtà, così che tutti i cristiani possano diventare un bouquet.

Un po’ di tempo fa, lei ha fatto circolare una lettera su un incendio scoppiato in una chiesa nel villaggio di Hagaza. Siete riusciti a fare luce sulla vicenda?

Mons. Joannes Zakaria: Chiaramente le cose sono diventate più chiare con il tempo. Infatti, qualcuno aveva provocato l’incendio, ma, come recita il detto: ‘è stata una benedizione mascherata’. La domenica successiva all’incendio sono andato al villaggio di Hagaza ed ho celebrato una Massa nel luogo dove la chiesa è stata incendiata, ed è stata la più bella Massa della mia vita. I fedeli si sono seduti per terra. Non vi erano grandi chiese né icone né ritratti, il nostro tetto è stato il cielo. Ora il nostro auspicio è che le autorità ci diano il permesso di ricostruire e riparare la chiesa. E i suoni di queste campane sono un segnale dal Cielo.

Qual è la situazione del dialogo islamo-cristiano in Egitto? Esiste solamente a livello di leader religiosi? E in che modo è possibile incoraggiare il dialogo tra la gente comune?

Mons. Joannes Zakaria: Sfortunatamente, da quando è stato avviato il dialogo ufficiale, si è trattato solo di un dialogo tra i leader o fra le classi superiori della società. Mentre ora abbiamo bisogno del dialogo tra tutti i cittadini, al livello delle persone comuni. Posso dire, che quando visito le mie parrocchie, i musulmani mi salutano e mi danno il benvenuto. Il dialogo avviene naturalmente fra le persone comuni, e avviene naturalmente anche tra le persone comuni di confessione cattolica e ortodossa. La nostra intenzione quindi è di promuovere questo dialogo. Il dialogo, infatti, che si è stabilito tra i leader, devo ammetterlo, è rimasto come inchiostro sulla carta. Al contrario abbiamo bisogno di andare nelle strade, tra la gente comune. La nostra gente cristiana e musulmana, non solo in Egitto ma nel Medio Oriente in generale, è formata da persone semplici, da persone pacate e per bene, e quindi abbiamo bisogno di arrivare a queste persone.

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ZENIT Staff

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