CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 2 marzo 2008 (ZENIT.org).- L’orgoglio impedisce a Gesù di guarirci, ha assicurato questa domenica Benedicto XVI nel recitare la preghiera mariana dell’Angelus di fronte alle migliaia di pellegrini riunitesi a Piazza San Pietro.
“Confessiamo le nostre cecità, le nostre miopìe, e soprattutto quello che la Bibbia chiama il ‘grande peccato’: l’orgoglio”, ha esortato il Pappa dalla finestra del suo studio.
Il Papa ha commentato il passo del Vangelo di Giovanni (9, 1-41), presentato nella liturgia domenicale, che descrive la guarigione del cieco dalla nascita.
“I discepoli, secondo la mentalità comune del tempo, danno per scontato che la sua cecità sia conseguenza di un peccato suo o dei suoi genitori – ha ricordato il Pontefice –. Gesù invece respinge questo pregiudizio e afferma: ‘Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio’”.
“Quale conforto ci offrono queste parole! Esse ci fanno sentire la viva voce di Dio, che è Amore provvido e sapiente!”, ha esclamato.
“Di fronte all’uomo segnato dal limite e dalla sofferenza, Gesù non pensa ad eventuali colpe, ma alla volontà di Dio che ha creato l’uomo per la vita”.
Tuttavia quella guarigione suscita un’accesa discussione, perché Gesù la compie di sabato, trasgredendo, secondo i farisei, il precetto festivo, ha poi ricordato il Vescovo di Roma.
“Così, alla fine del racconto, Gesù e il cieco si ritrovano entrambi ‘cacciati fuori’ dai farisei: uno perché ha violato la legge e l’altro perché, malgrado la guarigione, rimane marchiato come peccatore dalla nascita”, ha constatato.
Benedetto XVI ha poi fatto alcune riflessioni valide per gli uomini e le donne del XXI sec.: “Al cieco guarito Gesù rivela che è venuto nel mondo per operare un giudizio, per separare i ciechi guaribili da quelli che non si lasciano guarire, perché presumono di essere sani”.
“E’ forte infatti nell’uomo la tentazione di costruirsi un sistema di sicurezza ideologico: anche la stessa religione può diventare elemento di questo sistema, come pure l’ateismo, o il laicismo, ma così facendo si resta accecati dal proprio egoismo”, ha concluso.