di Mirko Testa
ROMA, giovedì, 20 gennaio 2011 (ZENIT.org).- La massima autorità dell’Islam sunnita, l’Accademia delle Ricerche Islamiche di Al-Azhar, con sede al Cairo, in Egitto, ha annunciato questo giovedì di aver sospeso a tempo indeterminato il dialogo con la Chiesa cattolica perché offesa dai ripetuti appelli di Benedetto XVI contro le violenze anticristiane verificatesi in questo paese e nelle nazioni a maggioranza musulmana.
Dal 1998, infatti, il Comitato Permanente di Al-Azhar per il Dialogo tra le Religioni Monoteistiche fa parte insieme al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso di un Comitato Congiunto che si riunisce annualmente, alternativamente al Cairo e a Roma.
Il 2 gennaio scorso, in occasione della recita dell’Angelus, il Pontefice aveva definito “vile gesto di morte” il grave attentato perpetrato la sera del 31 dicembre contro una chiesa di Alessandria d’Egitto, che ha provocato 23 morti e il ferimento di un’altra decina di persone.
Pronta la replica del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad at-Tayyeb, che aveva giudicato come un “intervento inaccettabile negli affari dell’Egitto” le parole del Santo Padre ed aveva domandato: “Perché il Papa non ha chiesto la protezione dei musulmani quando venivano massacrati in Iraq?”.
Alcuni giorni dopo, il 10 gennaio, nel suo discorso annuale al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede Benedetto XVI aveva quindi invocato una “risposta concertata dell’Unione Europea affinché i cristiani siano difesi nel Medio Oriente” e ricordando l’attentato contro la comunità copta di Alessandria d’Egitto, era tornato a rimarcare l’“urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”.
Queste dichiarazioni avevano richiamato in patria (ufficialmente per consultazioni urgenti con il Governo) l’Ambasciatrice d’Egitto presso la Santa Sede, Lamia Aly Hamada Mekhemar, che di fronte alle telecamere di Rome Reports aveva sottolineato che “non è condivisibile l’opinione che i cristiani siano perseguitati in Egitto”, perché “persecuzione è una parola grossa […] con cui bisogna stare attenti”; “è un termine legale che non si può usare senza ragione”.
“In questo senso – aveva aggiunto – non condividiamo l’idea che il nostro Governo o altri Governi dell’area non abbiano provveduto a proteggere in cristiani nel Medio Oriente”.
Nel commentare ai giornalisti questo giovedì i primi lanci d’agenzia, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha assicurato che “il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso sta raccogliendo le informazioni necessarie per una comprensione adeguata della situazione” e che “in ogni caso la linea di apertura e desiderio di dialogo del Pontificio Consiglio rimane immutata”.
Sorpresa nella comunità copta cattolica
Intervenendo sulla questione, il Direttore dell’ufficio di stampa della Chiesa copta cattolica in Egitto, padre Rafiq Greich, ha detto in una intervista al portale Arabia.net: “Siamo rammaricati per questa decisione sorprendente, specialmente perché la Chiesa cattolica in Egitto ha chiarito più di una volta la verità circa le parole del Papa”.
“La settimana scorsa – ha aggiunto – siamo andati insieme al Patriarca degli ortodossi a trovare il Ministro (degli Affari religiosi, ndr) Mahmoud Zaqzouq, e abbiamo portato con noi il testo in inglese del Papa con la traduzione in arabo, e abbiamo fatto luce sul tentativo di ‘al–Jazeera’ di creare dei problemi tra la Chiesa cattolica e l’Egitto, e in special modo con Al-Azhar”.
“Il Papa – ha continuato – non ha acennato per nulla agli affari interni del Medio Oriente, limitandosi a dire: chiedo ai Governi di proteggere i cristiani e i cittadini del Medio Oriente. ‘Al–Jazeera’ ha interpretato questo passaggio come se il Papa avesse chiesto agli altri Governi di proteggere i cristiani, mentre lui ha rivolto la sua richiesta ai Governi locali”.
Padre Greich ha poi riferito che una delegazione di cui anche lui faceva parte, presieduta dai Vescovi Yohanna Kolta e Botros Fahim, aiutanti del Cardinale Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei Copti, si è recata in visita dallo Shaykh di Al-Azhar, il 16 gennaio scorso, affermando di aver “chiarito la verità sugli interventi del Papa”.
Dal canto suo, lo Shaykh di Al-Azhar aveva invitato il Vaticano “a fare piu attenzione nei suoi interventi” dicendosi disposto a diramare un comunicato per spiegare quanto emerso durante l’incontro. “Ma in realtà – ha osservato padre Greich – il communicato non c’è mai stato, e siamo rimasti sorpresi nel leggere il communicato dell’Accademia delle Ricerche Islamiche in cui si manifestava la volontà di interrompere il dialogo con il Vaticano, mentre noi siamo convinti che tutto possa essere risolto con il dialogo”.
“Ci dispiace – ha aggiunto padre Greich – che questa sia la posizione dell’Accademia delle Ricerche Islamiche, specialmente perché noi vediamo nei suoi membri la prudenza e la saggezza, e auspichiamo che il dialogo riprenda al piu presto al livello locale e vaticano, specialmente perché i cattolici sono una parte essenziale della società egiziana”.
No all’incontro interreligioso ad Assisi
Dalle pagine del quotidiano egiziano “Jaridat al Osbou’ al Masriya” lo Shaykh di Al-Azhar, Ahmad at-Tayyeb, è tornato a parlare annunciando che non parteciperà all’incontro interreligioso convocato da Benedetto XVI ad Assisi, per il prossimo ottobre, a 25 anni dalla Giornata mondiale di preghiera per la pace che Giovanni Paolo II volle indire nella città di San Francesco.
“Questi incontri – ha detto Ahmad at-Tayyeb – non stanno recando ultimamente alcun bene ai musulmani, e non fanno bene all’Oriente ma solo all’Occidente. E in tutte le conferenze alle quali abbiamo partecipato in passato, abbiamo detto chiaramente che l’Occidente non è serio nel suo modo di approcciare alla natura della civiltà islamica e alla civiltà del Medio Oriente e degli orientali”.
“Noi – ha continuato lo Shaykh di Al-Azhar – ci teniamo alla nostra relazione con il Vaticano ma abbiamo anche il diritto di non essere d’accordo con il Vaticano, e speriamo che Papa Benedetto, da religioso che fa appello alla pace, rivolga una parola ai musulmani chiedendo loro scusa per le Crociate e ammettendo la ricchezza che la civiltà islamica ha apportato alla civiltà europea”.
[Con il contributo di Tony Assaf]