di don Mariusz Frukacz
VARSAVIA, martedì, 15 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Il Papa Giovanni Paolo II ha guidato la Chiesa universale e ci ha fortificato nella fede per più di 26 anni. Abbiamo un amico di Dio in Cielo”: è quanto hanno scritto i Vescovi polacchi in una lettera inviata in vista della beatificazione di Giovanni Paolo II, che avrà luogo il 1° maggio prossimo in piazza San Pietro.
I presuli sottolineano poi che “il dono della vita e del ministero di Papa Giovanni Paolo II ha arricchito la vita della Chiesa contemporanea e del mondo. Fin dall’inizio del suo pontificato, il Santo Padre ha messo a fuoco la persona di Cristo, il Redentore del genere umano. Egli ha fatto appello ad essere ammessi Cristo e ad aprire a Cristo ‘i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo’”.
La lettera della Conferenza Episcopale Polacca evidenzia poi che “Giovanni Paolo II ha difeso la dignità dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio” ed è stato “un difensore della vita in ogni fase del suo sviluppo”.
“Nelle sue Encicliche sociali – aggiungono – ha chiesto che la vita sociale e nazionale venga sempre guidata dai principi di giustizia e solidarietà. Ha chiesto di prendere in considerazione il caso particolare dei poveri, degli emarginati”.
L’episcopato ricorda poi ai fedeli che Giovanni Paolo II è stato il testimone della misericordia. “Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, in quanto testimone diretto dei regimi disumani totalitari del XX secolo, ha predicato la verità della misericordia divina. Questa verità è accompagnata dalla nostra generazione ed è una risposta alle nostre paure e minacce, e dona aspirazioni e speranze”.
Secondo i Vescovi la preparazione alla beatificazione di Giovanni Paolo II “non può fermarsi solo alle questioni di vita personale e familiare”. “Condividiamo – scrivono – la preoccupazione per la qualità e lo stile della vita politica nel nostro paese”, in cui “si manifestano le scandalose divisioni tra persone di diverse fazioni. Si manifestano ostilità e inimicizia. La libertà e la democrazia di oggi non è quella che abbiamo sognato negli anni bui del comunismo”.
“Come pastori della Chiesa – aggiungono i Vescovi – sappiamo che per invitare gli altri a cambiare i loro cuori, dobbiamo prima dare l’esempio. Così imitando Giovanni Paolo II, che spesso ha avuto il coraggio di chiedere perdono per i peccati commessi dai figli della Chiesa, vorremmo confessare che spesso non abbiamo saputo combattere apertamente il male, che si oppone alla concordia e all’unità”.