Pakistan: il fanatismo religioso si insegna a scuola

Un dossier americano rivela i guasti del sistema educativo nel paese asiatico

Share this Entry

LAHORE, mercoledì, 16 novembre 2011 (ZENIT.org) – Una commissione americana sulla libertà religiosa ha pubblicato la scorsa settimana un report che mostra quanto i bambini delle scuole pakistane siano indottrinati all’intolleranza nei confronti delle minoranze.

I risultati sono stati sostenuti dal direttore domenicano di un centro a Lahore, che reclamato come urgente una riforma del sistema educativo in Pakistan.

Lo studio del governo, pubblicato il 9 novembre dalla Commission on International Religious Freedom (USCIFR), ha messo in luce che le scuole pubbliche del Pakistan e le scuole religiose islamiche (note come “madrasse”) dipingono negativamente le minoranze religiose e rinforzano i pregiudizi, fomentando atti di discriminazione e possibili violenze contro queste comunità.

Il domenicano padre James Channan, direttore del Centro Domenicano per la Pace di Lahore, ha dichiarato a Fides di aver trovato il rapporto “completamente corretto” e ha invocato una “urgente riforma del sistema educativo”.

Secondo padre Channan “l’insegnamento dell’intolleranza religiosa nelle scuole è alla radice dell’escalation di violenza religiosa estremista in Pakistan, della debolezza della libertà religiosa e dell’instabilità nazionale”.

Intitolato Connecting the Dots: Education and Religious Discrimination in Pakistan, lo studio include l’analisi degli studi sociali, degli studi islamici, dei libri di testo Urdu e dei metodi pedagogici utilizzati nelle scuole pubbliche pakistane e nel sistema della madrassa.

L’obiettivo di questo studio, realizzato nell’arco di un anno, è stato quello di esplorare le connessioni tra l’immagine delle minoranze religiose nelle scuole pubbliche e nelle madrasse, i pregiudizi che esistono contro queste minoranze e i conseguenti atti di discriminazione o la violenza estremista.

Secondo il dossier, “una significativa minoranza di migliaia di scuole religiose o madrasse, continuano a inculcare l’indottrinamento ideologico e ad incitare coloro i quali prendono parte alla violenza di ispirazione religiosa in Pakistan e in altri paesi”.

Il dossier è comprensivo di informazioni raccolte da interviste fatte a studenti e docenti sulla loro visione delle minoranze religiose, come anche dai libri di testo usati nelle scuole.

Secondo il rapporto, i libri di testo delle scuole pubbliche usati da tutti i bambini, hanno spesso un forte orientamento pro-islamico, e le minoranze religiose del Pakistan sono etichettate sprezzantemente o completamente omesse.

Padre Channan che, come direttore del Centro Domenicano per la Pace, è stato per decenni impegnato nella formazione e nel dialogo interreligioso, ha confermato questi dati.

Il domenicano ha dichiarato a Fides: “Nei libri di testo usati nelle scuole, l’intolleranza è apertamente incoraggiata; viene detto che l’Islam è una religione superiore e si parla negativamente delle altre fedi. Siamo molto preoccupati per questo approccio: queste idee, propagate dalle scuole primarie fino alle università nei cosiddetti Studi Islamici, ma anche negli studi sociali, disorientano e manipolano le menti dei giovani”.

In merito alla rappresentazione della Cristianità nei libri di testo, il dossier afferma: “I libri di testo non contengono riferimenti specifici ai cristiani. I pochi riferimenti che ci sono, però, sembrano generalmente negativi e forniscono un ritratto incompleto della più numerosa minoranza religiosa del Pakistan”.

I cristiani e gli indù insieme rappresentano appena il 5% della popolazione pakistana, mentre il 95% è musulmano.

Il sacerdote domenicano ha evidenziato il coinvolgimento della Chiesa nell’educazione, sottolineando che questa svolge un ruolo-chiave nell’educazione dei leader pakistani.

Tuttavia, ha affermato padre Channan, c’è bisogno di più risorse. “Abbiamo scuole e collegi ma nessuna università cristiana – ha detto il sacerdote – che pure sarebbe necessaria. Molti politici musulmani si sono formati presso scuole cristiane: l’attuale Primo Ministro Raza Gilani ha studiato in scuole domenicane e lasalliane a Mutan. Di certo bisognerebbe fare di più per le minoranze, non solo a parole ma nel concreto, ad esempio attraverso una riforma del sistema nazionale”.

Secondo padre Channan, il governo esita sulla riforma dell’educazione per paura degli estremisti islamici. “L’islamizzazione dei libri di testo in Pakistan iniziò sotto il dittare Zia-ul-Haq e i successivi governi, compreso l’attuale Partito del Popolo pakistano, non hanno mai avuto la forza di riformare il sistema educativo, a causa delle pressioni e delle costrizioni imposte dai gruppi di estremisti islamici e dei partiti religiosi”.

Padre Channan ha dichiarato a Fides: “Il governo è debole; non ha la capacità di sfidare il fanatismo. Ci aspettavamo riforme, ma queste non sono arrivate, poiché negli ultimi anni il paese è stato gradualmente ‘talebanizzato’, a scapito delle minoranze e della democrazia stessa”.

“I vescovi – ha proseguito il domenicano – e molte istituzioni che operano nel settore educativo, hanno denunciato esplicitamente questi problemi e hanno inviato raccomandazioni a istituzioni federali rilevanti come il Ministero dell’Educazione. I risultati del dossier sono stati accettati ma, quando è arrivato il momento di implementare revisioni e modifiche, il progetto è stato accantonato. Ciò è successo a causa della forte influenza da parte dei gruppi fondamentalisti”.

La pubblicazione del report della commissione americana coincide con l’assassinio a sfondo religioso di tre dottori indù nella cittadina di Chak. Si ritiene che il delitto sia risultato da una disputa tra alcuni indù e un gruppo di musulmani. In risposta a questi omicidi, indù e cristiani hanno organizzato uno sciopero della fame, chiedendo al governo più fermezza contro la propaganda violenta promossa dagli estremisti islamici.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione