ROMA, venerdì, 18 novembre 2011 (ZENIT.org) – È durato circa sei ore il volo che ha condotto Benedetto XVI da Roma a Cotonou, capitale del Benin dove oggi è iniziata la seconda visita pastorale in Africa del suo pontificato.
Al momento di lasciare il suolo italiano dallo scalo romano “Leonardo da Vinci” il Santo Padre ha ricevuto i saluti del senatore Mario Monti, neo-presidente del Consiglio italiano.
Prima di partire Benedetto XVI ha recapitato alcuni messaggi ai capi di Stato di Tunisia, Algeria, Mali, Niger, Burkina Faso e Ghana, paesi dei quali l’A 330 dell’Alitalia con a bordo il Papa ha sorvolato gli spazi aerei.
Al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il pontefice ha rivolto un telegramma con il proprio “deferente saluto che accompagno con fervide preghiere per il bene e la prosperità dell’intero popolo italiano”.
Conversando con i giornalisti durante il volo, Benedetto XVI ha descritto l’Africa come un continente con “grandi problemi e difficoltà, ma tutto il mondo ha problemi e difficoltà”. Al tempo stesso è “il polmone spirituale del mondo” poiché “vi si trova un umanesimo fresco e il continente mostra una riserva di vita e di vitalità per il futuro sui cui possiamo contare”.
A chi gli ha chiesto come la Chiesa Cattolica si debba confrontare con le sfide delle comunità evangeliche o pentecostali, il Santo Padre ha risposto: “non dobbiamo imitare queste comunità, ma chiederci cosa possiamo fare noi per dare nuova vitalità alla fede cattolica”.
Il cristianesimo non deve apparire “come un difficile sistema difficile europeo, che un altro non possa comprendere e realizzare, ma come un messaggio universale che affermi che c’è Dio”.
La Chiesa, inoltre, non deve mostrarsi “troppo pesante” come istituzione. Deve piuttosto prevalere “l’iniziativa della comunità e della persona”, accompagnata da una “liturgia partecipativa ma non sentimentale: non deve essere basata solo sull’espressione dei sentimenti, ma caratterizzata dalla presenza del mistero nella quale noi entriamo, dalla quale ci lasciamo formare”.