La Chiesa cattolica sempre più attiva nelle isole Comore

ROMA, lunedì, 27 giugno 2011 (ZENIT.org).- La Chiesa cattolica sta crescendo nelle isole Comore, piccolo Stato situato di fronte alla costa sud-orientale africana in cui la comunità cristiana convive pacificamente con il 99% musulmano della popolazione, di confessione sunnita.

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Parlando all’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) a un anno dalla sua nomina a primo Vescovo del Paese, Charles Mahuza Yava, originario della Repubblica Democratica del Congo, si è detto ottimista sul futuro della Chiesa, anche se i cristiani non arrivano a 6.000 su un totale di poco più di 750.000 abitanti.

In un momento in cui aumentano le preoccupazioni per la crescita dell’islam estremista, il presule ha dichiarato che le relazioni con i musulmani nelle Comore sono positive dal maggio 2010, quando Papa Benedetto XVI ha elevato la missione cattolica nelle isole allo status di Vicariato Apostolico con un suo Vescovo.

Secondo le statistiche vaticane ufficiali, in una generazione i cattolici sono passati da 1.300 a oltre 4.300.

Durante una visita al quartier generale di ACS a Königstein, in Germania, il Vescovo ha affermato che la creazione del Vicariato è “un segno che la Chiesa sta crescendo nella società e che si svilupperà e avrà un futuro”.

Per il Vescovo, la comunità cristiana ha pochi problemi con i suoi vicini musulmani.

“Possiamo esprimerci liberamente nella misura in cui non facciamo proselitismo. Se non violiamo l’islam non dobbiamo temere per la nostra vita”.

Quello delle Comore, ha aggiunto, “è un islam tollerante che non ha nulla a che vedere con l’estremismo. Come cristiani siamo ben accettati e tollerati”.

Parlando dei progetti per espandere il centro sanitario gestito dalla Chiesa, il Vescovo ha indicato che la Chiesa è stata in parte accettata come risultato del suo approccio caritativo in un Paese che è uno dei più poveri dell’Africa e dipende fortemente dagli aiuti stranieri.

Nonostante la forte identità islamica delle Comore, il Vescovo Mahuza Yava ha affermato che la Chiesa è stata riconosciuta per la sua missione di fornire sostegno pastorale ai fedeli delle isole, la maggior parte dei quali è composta da lavoratori stranieri.

Ad ogni modo, il Vescovo ha avvertito che i cristiani sono stati spesso sotto pressione per convertirsi all’islam.

“Una donna che sposa un uomo musulmano sarà costretta a convertirsi all’islam se non ha una fede forte”, ha dichiarato. “Allo stesso modo, i bambini cristiani sono esortati dagli amici a scuola a convertirsi all’islam”.

Per il fatto di essere un’esigua minoranza, tuttavia, i cristiani sono molto uniti, come una famiglia, ha sottolineato il presule. “Siamo animati dallo stesso spirito, e siamo una cosa sola nella solidarietà”.

ACS aiuta la Chiesa nelle Comore sostenendo i sacerdoti. “Il denaro – ha indicato il Vescovo – va direttamente al budget parrocchiale dei sacerdoti e permette loro di avere ciò di cui hanno bisogno: cibo, trasporti, assistenza medica, vestiario, ecc.”.

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ZENIT Staff

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