In Sudan “la guerra deve finire immediatamente”

Il Vescovo di El Obeid chiede più interventi alla comunità internazionale

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ROMA, martedì, 28 giugno 2011 (ZENIT.org).- “La guerra deve finire immediatamente. C’è grande sofferenza tra la popolazione. La comunità internazionale deve fare tutto ciò che è in suo potere per sostenere un ritorno a un accordo di pace negoziato”.

Il Vescovo coadiutore Michael Didi Adgum Mangoria di El Obeid, la cui Diocesi copre le aree più colpite dagli scontri che flagellano il Sudan, ha riferito alla Caritas che la gente fugge dalle proprie case cercando di allontanarsi dal conflitto.

Più di 60.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case dai combattimenti nel Sud Kordofan, nella zona di frontiera tra il Nord Sudan e quella che diventerà presto la Repubblica del Sud Sudan.

La Caritas teme una grave crisi umanitaria che si sta sviluppando rapidamente a causa del conflitto e della mancanza di accesso alle popolazioni colpite da parte delle organizzazioni umanitarie.

Più del 70% della popolazione di Kadugli è fuggito visto che la città è teatro di gravi scontri, inclusi bombardamenti aerei. Oltre 27.000 abitanti di Kadugli si sono recati a Kauda, ma anche qui si sono verificati bombardamenti aerei.

Si pensa che un numero imprecisato di persone si nasconda sui monti Nuba. L’inizio della stagione delle piogge renderà certe zone ancora più inaccessibili.

A causa della situazione di insicurezza, il personale umanitario a Kadugli è confinato nel compound della Missione ONU in Sudan (UNMIS) e non riesce a raggiungere molte comunità.

In questa situazione, il Vescovo Didi ha lanciato un appello alla preghiera a persone di tutte le religioni.

“E’ fondamentale fornire aiuti umanitari, ma c’è un’altra cosa altrettanto importante: abbiamo bisogno che ciascuno offra al Sudan la propria preghiera per la pace”, ha dichiarato.

Il Sud Sudan diventerà indipendente il 9 luglio.

La Caritas sta promuovendo una campagna internazionale di preghiera per il Sudan e per il futuro Sud Sudan.

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ZENIT Staff

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