Il magistero fecondo di Benedetto XVI

Presentato a Roma il volume “Le grandi omelie pasquali di Benedetto XVI” a cura di mons. Lorenzo Leuzzi

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di Omar Ebrahime

ROMA, mercoledì, 28 marzo 2012 (ZENIT.org) – Il Pontificato di Benedetto XVI, già entrato nella storia per il suo ricchissimo Magistero e la sua produzione intellettuale (la trilogia su Gesù di Nazaret è prossima alla conclusione), sarà ricordato anche – e non in misura marginale – per la sua altissima produzione omiletica.

E’ questo il motivo del volume La nuova creazione nella storia. Le grandi omelie pasquali di Benedetto XVI (Libreria Editrice Vaticana, 2012) da poco in distribuzione e presentato oggi nella Sala Marconi della Radio Vaticana, che vede come curatore monsignor Lorenzo Leuzzi, Vescovo ausiliario della Diocesi di Roma e direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato.

Il libro, infatti, che raccoglie sistematicamente gli atti dell’evento omonimo promosso dal Vicariato di Roma sulle omelie pronunciate da Papa Benedetto XVI nelle veglie pasquali dal 2007 al 2009, è arricchito dalla prefazione del cardinal vicario Agostino Vallini e dalla postfazione del professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale.

Il volume, inoltre, rappresenta una nuova tappa dell’esigente pastorale diretta agli universitari di Roma, e al pubblico giovanile in genere, che monsignor Leuzzi porta avanti per la diocesi romana dopo La questione di Dio oggi. Il nuovo cortile dei gentili (2010) e Allargare gli orizzonti della razionalità. I discorsi per l’università di Benedetto XVI (2008).

Introdotta da Antonio Preziosi, direttore di RadioRai1, la tavola rotonda di presentazione del volume, ha visto la partecipazione di studiosi di diverse discipline ed è stata conclusa dal professor Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana.

In apertura è stato lo stesso Preziosi ad indicare una possibile chiave di lettura del Pontificato di Benedetto XVI nello studio sistematico del suo originale impegno omiletico: riprendendo anche le parole del cardinal Vallini nella prefazione, l’opera permette di apprezzare in maniera particolarmente opportuna “la speciale attenzione del Papa al genere dell’omelia”, sulla scorta della grande tradizione dei Padri della Chiesa a lui tanto cari.

Quello di Benedetto XVI è in effetti un Pontificato che sfida il frastuono della confusa cultura postmoderna ‘provocandolo’ con il silenzio ricercato della liturgia e chiedendo pazientemente ascolto agli uomini dei nostri tempi, invitandoli a riflettere, senza mai gridare e anzitutto con umiltà (“[sono] un umile lavoratore nella vigna del Signore” erano state le prime parole pronunciate il 19 aprile 2005, subito dopo la sua elezione al Soglio pontificio).

A ben vedere, d’altronde, poche cose come un’omelia richiedono silenzio, ascolto e attenzione per poter essere comprese e apprezzate appieno. In questo contesto, all’interno del ciclo liturgico, la ‘predicazione pasquale’ spicca da sempre per la sua centralità catechetica. E’ in quella settimana, e solo in quella settimana, che il popolo cristiano è chiamato a rivivere intensamente, passo dopo passo, i misteri della Passione, Morte e Risurrezione del Signore.

E’ lì che, come ha argomentato il dottor Stefano Amore – magistrato – nel suo intervento, la storia dell’umanità è cambiata definitivamente, una volta per sempre. La Risurrezione è stata davvero una “svolta esplosiva” nella storia umana, e non solo per i credenti. La possibilità stessa infatti che un evento del genere potesse accadere ha sconvolto radicalmente la storia del pensiero umano e il modo di rapportarsi alla realtà.

Quello che è accaduto a Gerusalemme nell’indifferenza quasi generale della popolazione di allora è stato insomma un “fatto trasformante” nella mentalità come nei comportamenti a livello universale e questo ha avuto delle ricadute pratiche anche per la storia della giustizia (come notava il Pontefice, nell’enciclica Spe Salvi), e del concetto di ‘giustizia’, di tutta l’umanità da allora in poi.

Da allora anche l’agnostico e l’ateo più militanti devono confrontarsi con quello sconvolgente interrogativo: “E se fosse vero?”. Non a caso, molti dei grandi pensatori dei secoli successivi, anche dell’epoca moderna (su tutti il francese Blaise Pascal (1623-1662)) hanno scommesso letteralmente tutta la loro vita sulla possibilità che quella domanda fosse plausibile.

A seguire, la professoressa Maria Carmela Benvenuto dell’università La Sapienza di Roma è tornata su diversi autori significativi del pensiero moderno e contemporaneo per sottolineare invece come sarà proprio un secolo ‘stanco’ della ricerca della verità e votato nichilisticamente all’ateismo di massa a generare le più grandi catastrofi.

Da parte sua invece, Giovanni Lo Storto, Vicedirettore generale della LUISS-Guido Carli, ha svolto delle considerazioni sul ‘bisogno di acqua viva’, cioè, in definitiva, di verità, che gli uomini dei nostri tempi manifestano e che solo nella adeguata ri-valorizzazione di una festa “centrale e unica” come la Pasqua può trovare delle risposte convincenti: è anche per questo che Benedetto XVI impegna molte delle sue energie nella cura certosina dei testi omiletici del grande triduo pasquale.

La circostanza è stata sottolineata con un aneddoto personale dal direttore della Libreria Editrice Vaticana Giuseppe Costa che ha riferito di un dialogo personale dove a domanda su che cosa bisognerebbe maggiormente veicolare del suo Pontificato nella stampa cattolica di riferimento, il Papa ha risposto convintamente: “Le omelie, mi raccomando le omelie!”. Quella in atto da parte del Pontefice infatti, ha aggiunto Costa, è “una paziente opera ricostruttiva” dell’uomo postmoderno, apparentemente sazio negli svaghi materiali, ludici e nel benessere, eppure spesso ferito spiritualmente e moralmente, smarrito al punto da preferire la morte o le dipendenze auto-distruttrici (droga, alcool etc.) alla vita.

Il Pontefice svolge quest’opera di ricostruzione anzitutto attraverso la sua parola viva, e in secondo luogo con i numerosi scritti, per arrivare direttamente ai cuori delle persone. Un fatto confermato, tra l’altro, dai nuovi record di affluenza alle sue udienze generali, un dato di cui i mass-media, sempre in cerca di notizie, paradossalmente non parlano mai.

L’iniziativa editoriale rientra nelle numerose occasioni di studio ed approfondimento previste per l’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI con il recente motu proprio Porta Fidei a partire dal prossimo 11 ottobre – ricorrenza dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) -, con l’obiettivo di far riscoprire al maggior numero di persone, soprattutto in Europa, la verità e la bellezza di una vita autenticamente cristiana.

L’anno prossimo, invece, l’attenzione della Libreria Editrice Vaticana si sposterà, con una nuova raccolta tematica, sui grandi discorsi annuali tenuti alla Curia romana dal Pontefice in occasione dei tradizionali auguri natalizi.

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ZENIT Staff

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