di Eugenio Fizzotti
ROMA, martedì, 28 agosto 2012 (ZENIT.org).- L’Ispettoria Salesiana Meridionale, con sede centrale a Napoli, ha centinaia di confratelli nelle 32 comunità che vivono in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria e nella comunità di Zurigo in Svizzera. Tra essi 21 sono giovani considerati ancora “in formazione” perché, terminato il noviziato e fatta la prima professione dei voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, frequentano il biennio di filosofia a Roma, poi fanno due anni di attività, con il titolo di “tirocinanti”, in varie comunità, poi frequentano il triennio di teologia a Roma o a Messina o a Gerusalemme.
Dal 5 al 23 Agosto, 15 di essi (3 erano impegnati a frequentare un corso di preparazione alla professione perpetua e 3 avevano problemi all’interno della loro famiglia e sono stati costretti a stare con i loro genitori) si sono ritrovati insieme per una bella e intensa esperienza che si è svolta all’insegna della condivisione, della collaborazione e della conoscenza reciproca.
L’esperienza si è divisa in due fasi: la prima, dal 5 all’11 Agosto, li ha visti sui luoghi di don Bosco in Piemonte; la seconda, dal 13 al 23, dall’altra parte d’Italia, nella Locride, nel paesino di Natile Nuovo, in provincia di Reggio Calabria.
La settimana trascorsa sui luoghi di don Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana che con gioia ed entusiasmo sta vivendo tutto l’anno in preparazione al bicentenario della sua nascita, ha avuto l’obiettivo di ripercorrere i passi nei luoghi stessi dove don Bosco era vissuto e di favorire la condivisione delle proprie riflessioni con riferimenti soprattutto all’approfondimento storico della sua vita.
Come particolarità di questo campo-pellegrinaggio si è verificati che i partecipanti sono stati essi stessi “guide” sui luoghi visitati. Articolati in piccoli gruppi i giovani confratelli hanno avuto, infatti, modo di riportare il frutto dello studio delle tre decadi in cui si strutturano le Memorie dell’Oratorio da punti di vista diversi (i post-novizi sull’aspetto umano e intellettuale; i tirocinanti sui risvolti pastorali di ogni decade; gli studenti di teologia sulla maturazione spirituale di Giovanni Bosco). Per la prima decade si sono fermati ai Becchi, per la seconda decade a Chieri, per la terza a Valdocco.
È stato bello apprezzare la profondità delle letture, la ricchezza e la molteplicità dei messaggi e la fantasia e l’originalità delle tecniche con cui di volta in volta ogni gruppo ha voluto presentare il suo messaggio. Particolarmente emozionante è stato rivedere don Bosco “raccontato” da loro stessi, scoprendo e condividendo ciò che più li fa vibrare e li interpella nel rapportarsi con il loro santo padre e fondatore. Ed è stato anche inevitabile vedere la grandiosa attualità del suo personaggio e la sfida al presente e al futuro che la sua vita porta con sé per ogni giovane confratello e per tutta l’Ispettoria dell’Italia meridionale.
Affascinante è risultato il fatto che il Vicario dell’Ispettore, don Angelo Santorsola, e l’Ispettore, donPasquale Cristiani, hanno avuto con i giovani confratelli in formazione due momenti di confronto sulla situazione della disciplina religiosa e sulle risorse e le sfide del Sud salesiano; sono stati momenti di riflessione e di dialogo, nei quali si è cercato, dove possibile, di sottolineare le belle potenzialità della famiglia salesiana già attualizzate o ancora da rendere attuali, pur prendendo atto della necessità di un più coraggioso e libero radicamento nei valori evangelici che la vita di consacrati religiosi porta con sé.
L’11 Agosto, nella Chiesa di san Francesco di Sales a Valdocco, dieci dei partecipanti hanno rinnovato la propria professione temporanea dinanzi all’Ispettore. Si è trattato di un momento di profonda gratitudine a Dio, che continua a scommettere su ciascuno di essi e che continua ad accompagnarli nel loro cammino di crescita e di maturazione fra i Salesiani di don Bosco.
Il 12 Agosto un lungo viaggio li ha visti attraversare tutta l’Italia per raggiungere nel cuore dell’Aspromonte Natile, un piccolo paese della Locride e della Diocesi di Locri-Gerace, dove hanno offerto ai giovani un’esperienza di Estate Giovani (per i ragazzi dal primo superiore in su).
Nel corso delle mattinate hanno avuto modo di fare vari incontri: nel primo due parenti di vittime della ‘Ndrangheta hanno offerto la loro testimonianza di quanto sia faticoso ma inevitabile sperare e cercare di costruire un futuro nuovo per la Calabria; nel secondo, particolarmente interessante, si è ampiamente riflettuto con don Mimmo Madonna e don Antonio Carbone sul lavoro che l’Ispettoria meridionale porta avanti sul versante dell’emarginazione e del disagio giovanile; nel terzo incontro hanno incontrato un monaco e una monaca che vivono da eremiti e che hanno fatto riflettere sulle profonde e ricchissime radici spirituali della Calabria; originale e molto coinvolgente è stata una due-giorni di lavoro con due consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice per programmare l’esperienza di evangelizzazione per l’agosto 2013; infine, l’ultimo giorno hanno avuto un bel confronto con don Fabio Bellino, consigliere ispettoriale per la pastorale giovanile, proprio sul ripensamento della pastorale giovanile nell’intera Italia meridionale.
Nei pomeriggi dal 14 al 22 Agosto ha avuto luogo l’Estate Giovani a Natile, a cui hanno partecipato quaranta giovani del paese, il cui filo conduttore è stata una versione “riveduta e corretta” del libro “Il delfino” di Sergio Bambaren. Il grande valore di questa esperienza è stato senza dubbio l’opportunità che si è avuta di condividere come giovani confratelli un’esperienza di lavoro insieme; infatti hanno sperimentato quanto sia entusiasmante poter collaborare quotidianamente, scoprire e valorizzare le ricchezze di ciascuno, vivere in modo unitario la fraternità e la collaborazione allo stesso progetto, senza eludere le inevitabili difficoltà che vengono dallo stare “gomito a gomito” per tanto tempo, cercando di crescere nell’accoglienza e nel rispetto, stupendosi e ringraziando sinceramente il Signore per la ricchezza che ciascun confratello porta con sé e dona.
Il tutto nella splendida cornice calabrese, dove è stato fortemente possibile sperimentare l’incredibile generosità e accoglienza degli abitanti del luogo, la loro ricchezza di valori e la loro grande sete di gioia, anche se talvolta sono immersi in grandi contraddizioni, invisibili e pesanti strutture di peccato che tarpano le ali e soffocano una popolazione umanamente ricca.
Nel corso della conversazione finale i giovani confratelli hanno manifestato la loro profonda gratitudine per la preziosa opportunità che è stata loro data di vivere una lunga e originale esperienza nel corso della quale hanno approfondito la loro conoscenza reciproca, specie nel lavoro d’insieme, e a stretto contatto con vari membri del Consiglio Ispettoriale.
E da parte dell’Ispettore e del suo Vicario è stato molto apprezzato il fatto che i partecipanti hanno rilevato che nella prima settimana sono riusciti a portare a don Bosco la loro passione per i giovani e la freschezza della loro vita di consacrati, confrontandosi con la sua storia sempre affascinante e sempre nuova se letta in chiave profetica; e altrettanto gradita è stata la condivisione che nella seconda parte hanno portato don Bosco ai giovani fra i meno fortunati del Sud, testimoniando l’entusiasmo e la creatività che nascono da una bella vita di fraternità e da una collaborazione aperta e generosa fra confratelli che condividono la stessa passione e lo stesso cammino di santificazione.