di Antonio D’Angiò
ROMA, sabato, 22 settembre 2012 (ZENIT.org) – Dal giorno della presentazione della ricerca progettata dal Censis (1) e dalla Coldiretti (2) avvenuta mercoledì 19 settembre dal titolo “Vivere bene, vivere meglio” e sottotitolata “Utili, affettive e conviviali: gli italiani e le relazioni nelle comunità”, molti media hanno posto l’accento, nei titoli e nei servizi, sulle difficoltà /opportunità che hanno le giovani generazioni nel lasciare la casa dei genitori o anche di andare a vivere lontano; questo soprattutto come effetto amplificato
dalla “crisi”.
In questa sede, soprattutto perché trascorsi alcuni giorni, tentiamo di dare evidenza ad altri
aspetti che integrano quanto fatto dalle cronache giornalistiche, partendo da una delle frasi iniziali della relazione introduttiva ai dati statistici veri e propri: “In Italia lo sviluppo, da sempre, è stato di popolo, dei tanti soggetti, profondamente radicato nei comportamenti di milioni di persone semplici che, nei vari settori della vita sociale, con le loro pratiche hanno consentito all’economia e alla società italiana in poche generazioni di mutare radicalmente il proprio destino”.
Per poi così chiudere la relazione: “Come rilevato, la crisi è anche il portato di un’onda molto lunga tutta centrata sul primato dell’individuo, della soggettività che si è imposto dall’economia ai tanti ambiti della vita quotidiana e sociale; allora, un cambio di paradigma richiede un diverso nesso tra le persone, una diversa collocazione della relazione con gli altri, cosa che rende significativa la necessità di mettere al centro il valore di quelle pratiche, imprenditoriali, economiche, sociali capaci di promuovere le relazioni, di valorizzarle, di farne un caposaldo della nostra vita”.
Passiamo, allora, alla presentazione di alcuni dati: alla domanda “Attività svolte dagli intervistati in un raggio di 15 – 20 minuti a piedi dalla propria abitazione”; le percentuali più basse le hanno presentate il lavoro (34,1%); le attività culturali, ricreative e di volontariato (dal 37 al 44%) e, dato importante, al penultimo posto, il pediatra (con il 36,9%) evidenziando come per la cura dei figli minori, per il lavoro e per la cultura, le distanze non hanno più un valore preponderante.
Un altro concetto che emerge in maniera decisa dall’indagine è quello della tipicità, espresso sia per l’ambito regionale che comunale. Cioè il 93,7% degli italiani ritiene che la Regione (e il 75% il Comune) nella quale vive abbia una propria tipicità.
La tipicità è così descritta: “un insieme di caratteri che consentono di distinguere un territorio e che lo connotano agli occhi dei residenti e, più in generale, del mondo”. Da rilevare, però, che l’identità e il senso di appartenenza, sono tra le motivazioni che meno caratterizzano questa tipicità, ponendosi rispettivamente al 25,6% degli intervistati per quella regionale e al 14,6% per quella comunale.
Le due sezioni conclusive della ricerca, anche per meglio contestualizzare l’opera della Coldiretti sono dedicate, invece, ai temi del cibo, sia in termini di “autenticità” del rapporto con esso, sia in termini di “virtualità” delle relazioni nell’ambito web alle community, con circa 10milioni di persone che regolarmente recuperano ricette altrui su web, libri, televisione.
A complemento di tutto ciò, e non certamente in contrapposizione, segnaliamo che il 27
settembre, in occasione della Giornata del Dialogo interculturale, la Fondazione Intercultura presenta a Milano una ricerca intitolata “Generazione i”, valori e atteggiamenti di una generazione internazionale per necessità. Lo studio è andato a sondare sia l’apertura internazionale delle scuole dal punto di vista degli studenti e dei genitori, sia ha voluto profilare questa generazione di ragazzi sempre più interconnessi, per capire se nel loro atteggiamento verso “l’estero” sono altrettanto intraprendenti e internazionali.
La manifestazione sarà trasmessa in diretta streaming sia sul sito di Repubblica che sul sito http://www.scuolainternazionale.org e, speriamo, possa offrire altri spunti per riprendere quello sviluppo che in Italia “da sempre è stato di popolo”.
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NOTE
(1) Il Censis è il Centro Studi Investimenti Sociali, un istituto di ricerca socio – economico fondato nel 1964 (www.censis.it).
(2) La Coldiretti è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale
ed europeo con un milione e mezzo di iscritti, presieduta dal 2007 da Sergio Marini
(www.coldiretti.it).