L'essere umano è appagato da una "fede fai da te"?

Chi è l’uomo? La questione antropologica secondo Maurizio Moscone [II/IV]

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di Maurizio Moscone

ROMA, sabato, 29 settembre 2012 (ZENIT.org). L’uomo occidentale, dopo Marx, Freud e Nietzsche, guarda con “sospetto”(12) le grandi religioni tradizionali che affermano l’esistenza di Dio e la presenza nell’essere umano di una legge morale naturale. In particolare la Chiesa cattolica è accusata di dogmatismo e di intolleranza perchè afferma, in modo assoluto, una serie di verità che sembrano assurde per l’uomo di oggi; infatti la Chiesa dichiara non solo che Dio esiste, ma anche che Egli è uno e trino e che si è incarnato storicamente in un uomo vissuto duemila anni fa. Oltre a tutto ciò, la Chiesa dice che il falegname Gesù di Nazaret, senza aver frequentato le scuole della legge in Israele, è il più grande sapiente del mondo e ha salvato tutti gli uomini soffrendo inchiodato a un legno, sconfiggendo per sempre l’unico vero nemico dell’uomo, che non è il buco dell’ozono o un possibile conflitto nucleare, ma il diavolo, un angelo ribelle che vuol portare con sé gli uomini all’inferno, “nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”(13).

L’uomo occidentale, che è informato su tutto tramite i mezzi di comunicazione sociale, conosce i risultati della moderna esegesi “scientifica” che, da Bultmann in poi, mette in dubbio le verità di fede affermate con autorità dalla Chiesa. Quest’ultima è spesso derisa e i suoi ministri ridicolizzati in spots pubblicitari. Il magistero ecclesiastico è sempre più rifiutato, ma tale rifiuto non significa rigetto della religiosità in quanto tale.

Il processo di “laicizzazione”, previsto dalla sociologia degli anni Settanta secondo cui la scienza e la tecnica avrebbero emancipato l’uomo da ogni istanza religiosa, non si è avverato(14). Di fatto, si assiste oggi a un revival del fenomeno religioso, anche se la religiosità attuale è ben diversa da quella tradizionale, perché è connotata dalla ricerca di esperienze che appaghino i più svariati bisogni di “spiritualità” presenti nell’animo umano, per cui risultano appaganti quei movimenti o sette “religiose” che sembrano offrire una risposta immediata alle più svariate richieste umane. La “religione” è vista oggi, sempre più, come un supermercato del sacro, dove ognuno può scegliere a piacimento il prodotto “religioso” che più gli serve. “Così – scrive in proposito Vernette – ciascuno elabora la propria personale religione, secondo la propria misura, prendendo in prestito elementi da tutte le credenze, in una vasta nebulosa di opinioni”(15).

In questo clima di relativismo religioso ha quindi successo la New Age, secondo la quale la futura era dell’Acquario segnerà il tramonto del Cristianesimo; essa propriamente non è un movimento o una setta ma è una “rete” che ingloba in sé le sette e i movimenti più disparati con la finalità di offrire al “cliente” un vasto campionario di merci di carattere esoterico, magico, spiritistico, sincretistico etc., il cui consumo dovrebbe produrre nell’essere umano un’ampliata coscienza cosmica. Afferma in proposito Ferrari: “New Age (Nuova Era) è un fenomeno di tendenza, che nella società odierna sta riscuotendo notevole successo. Le sue idee sono diffuse da una vasta rete di gruppi, movimenti, scuole di pensiero. E’ definita da alcuni anche metanetwork o network of networks. Questi gruppi e movimenti non dipendono l’uno dall’altro, però si riconoscono in una precisa idea, comune intesa e come cambiamento di “paradigma”, che dovrebbe realizzarsi nelle coscienze con l’imminente avvento della presunta era astrologica dell’Acquario, che dovrebbe sostituire quella che nell’ambiente New Age viene considerata la bimillenaria era dei Pesci, ossia l’era del Cristianesimo.

In questa nuova era la coscienza si dovrebbe allargare a un livello che supera la dimensione personale e che viene proclamata dai cultori della New Age come esperienza di tipo “transpersonale”(16).

 Nel contesto socio-culturale attuale, in cui “si possono moltiplicare – scrive Vattimo – le libere ricostruzioni del reale tutte al di là del vero e del falso”(17), è evidente che il centro della religiosità non è la ricerca del Dio vero e santo da adorare e da servire, ma il bisogno di trovare un appagamento “spirituale” alla sete di sacro, sempre di più avvertita da un’umanità sazia di beni materiali, ma fondamentalmente dis-orientata perché priva del senso profondo della vita che orienti la sua esistenza.

*

NOTE

12) Cfr. P.RICOEUR, Della interpretazione. Saggio su Freud, Il Saggiatore, Milano 1967, pp.46-50.

13) Mt, 25,41.

14) Scrive in proposito Pellegrini:”I tempi […] cambiano con estrema velocità. Il cosiddetto “ritorno del fattore religioso” è stato una sorpresa per i sociologi della secolarizzazione. Venti anni fa si predicava un irreversibile declino della credenza religiosa” (L.PELLEGRINI, Ateismo e indifferenza religiosa, in “Sette e Religioni”, 1/1994, p.49).

15) J.VERNETTE, Neopaganesimo, in “Sette e Religioni”, p.66.

16) G.FERRARI, Presentazione, in C.MACCARI, La New Age di fronte alla fede cristiana, Elle Di Ci, Torino 1995, p.5.

17) G.VATTIMO, La società trasparente, Garzanti, Milano 1989, p.14.

[La prima parte è stata pubblicata sabato 22 settembre. La terza puntata uscirà sabato 6 ottobre]

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ZENIT Staff

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