di Carmine Tabarro
ROMA, venerdì, 19 ottobre 2012 (ZENIT.org) – In occasione della della “Giornata internazionale di lotta alla povertà” (17 ottobre) la Caritas ha presentato il rapporto 2012 su povertà ed esclusione sociale, con il titolo “I ripartenti. Povertà croniche e inedite. Percorsi di risalita nella stagione della crisi”
Lo studio è stato pubblicato mercoledì mattina 17 ottobre sul sito della Caritas Italiana (http://www.caritasitaliana.it/home_page/pubblicazioni/00002900.html). I dati raccolti provengono dalle 220 Caritas diocesane ed evidenzia le principali tendenze di mutamento, i percorsi di presa in carico delle persone, i progetti anti-crisi economica delle diocesi, la mappa dei servizi socio-assistenziali delle chiese locali e i dati sul “Prestito della Speranza”.
Questo significa che quasi una persona su tre (il 28,9% ) che cerca assistenza è un cittadino italiano. In questo 28,9% circa il 59,5% è disoccupato.
Le persone che si rivolgono ai centri di ascolto lo fanno per chiedere aiuti materiali. Le domande di questo genere sono infatti aumentate, nel 2011, quasi della metà (44,5% ).
Dallo studio si evince, per gli italiani, un aumento delle difficoltà legate a problemi di povertà economica (+10,1%). Un segnale positivo viene invece dal numero registrato dei senza fissa dimora, che sono diminuiti, nel periodo preso in considerazione, del 10,7%.
A pagare il costo maggiore della crisi, secondo i dati della Caritas, sono ancora una volta gli italiani che abitano nel sud del Paese: la percentuale di quanti si rivolgono ai centri di ascolto è infatti del 48,4 per cento. Si tratta in prevalenza di donne (53,4), di famiglie (49,9), di disoccupati (61,6).
Cresce in maniera vertiginosa la povertà tra gli anziani (+51,3% rispetto al 2009) e le casalinghe (+177,8 %), dei pensionati (+65,6%) e di chi ha figli minori conviventi (+52,9%). Meno rilevante l’aumento del numero di persone separate o divorziate (+5,5%). Il 22,9% presenta problemi legati al lavoro.
Secondo lo studio della Caritas, «la crisi economico-finanziaria ha determinato l’estensione dei fenomeni di impoverimento ad ampi settori di popolazione, non sempre coincidenti con i “vecchi poveri” del passato. Aumentano gli utenti e soprattutto gli italiani, cresce la multiproblematicità delle persone, con storie di vita complesse, di non facile risoluzione, che coinvolgono tutta la famiglia. La fragilità occupazionale è molto evidente e diffusa.
Aumentano gli anziani e le persone in età matura: la presenza in Caritas di pensionati e casalinghe è ormai una regola, e non più l’eccezione. Si impoveriscono le famiglie immigrate e peggiorano le condizioni di vita degli emarginati gravi, esclusi da un welfare pubblico sempre più residuale».
Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana i dati del primo semestre 2012, indicano purtroppo un ulteriore aggravamento della situazione. «Si tratta di storie e volti incontrati ogni giorno nelle 220 diocesi italiane». Ma accanto a questo — prosegue don Soddu — c’è anche «qualche segnale di speranza, rappresentato dalle esperienze avviate in tutte le diocesi per cercare di rispondere ai crescenti bisogni e al moltiplicarsi delle richieste».
Le comunità locali, sottolinea la Caritas, sono particolarmente vive e hanno avviato esperienze di ogni tipo per contrastare i problemi della marginalità sociale. Gli operatori «riscontrano un nuovo desiderio di ripartire, espresso da molte persone in difficoltà: affiora la volontà di rimettersi in gioco, l’aspirazione a migliorare la propria situazione. Aumentano le persone che richiedono ascolto personalizzato e inserimento lavorativo (+34,5% e +17% ); aumentano del 122,5% le attività Caritas di orientamento (professionale, a servizi, a opportunità formative, eccetera); aumenta del 174,8% il coinvolgimento di altri enti e organizzazioni».