ROMA, martedì, 23 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Pubblichiamo di seguito la “Lettera agli Ammalati” inviata da monsignor Lorenzo Leuzzi, Vescovo Delegato per la Pastorale Sanitaria della Diocesi di Roma, ieri, lunedì 22 ottobre, memoria di Giovanni Paolo II, in occasione della peregrinatio delle reliquie del Beato e di San Pio di Pietralcina, che visiteranno durante quest’anno tutti gli ospedali, le case di cura e di riposo della Capitale.
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Carissimi,
da pochi mesi, in collaborazione con il Cardinale Vicario, ho iniziato il mio ministero di Vescovo per voi ammalati.
Venendo tra voi il mio pensiero corre agli anni in cui frequentavo i vari reparti del Policlinico di Bari e ai tanti amici che mi invitavano a continuare nella professione medica: perché diventare sacerdote se puoi fare tanto del bene da medico?
E’ stata una domanda che mi ha sempre accompagnato fin dal giorno della mia ordinazione. Dopo 27 anni di sacerdozio e all’inizio del mio ministero episcopale ho capito il perché!
Innanzitutto ho sempre portato nel cuore il ricordo della venerazione nella Parrocchia dove sono cresciuto di un santo collega: il medico e martire Ciro. Ma, soprattutto, dopo la mia ordinazione sacerdotale ho avuto la gioia di accogliere Giovanni Paolo II nelle sue tante visite al Policlinico Gemelli: veniva spesso ad incontrare amici ricoverati, fino al giorno in cui sarebbe stato visitato e amato da tutta l’umanità. E’ Lui che ha scritto un bellissima lettera sulla sofferenza.
L’esempio del Beato Giovanni Paolo II mi ha aiutato a capire che un giorno potrà succedere anche a me di aver bisogno della visita degli amici e del soccorso degli operatori sanitari. Quante volte ripeto ai miei amici: mi raccomando vieni a trovarmi quando sarò ammalato!
Ho capito così che il mistero della vita si nasconde nella sofferenza!
Quante volte abbiamo letto nel Vangelo che Gesù ha incontrato tanti ammalati. Talvolta li ha anche guariti. Ma soprattutto ha sofferto come uno di noi.
Aveva ragione il Beato Giovanni Paolo II! La malattia non è un incidente o una punizione: è la nostra condizione umana!
Nessuna prestazione sanitaria potrà spiegare questo mistero: solo Gesù, con la sua morte e resurrezione, può aiutarci a comprenderlo perché si è impegnato a stare sempre con noi. E’ Lui che incoraggia tutti a prendersi cura dei fratelli per essere pronti a vivere con gioia il tempo della nostra sofferenza. E’ il grande insegnamento di S. Pio di Pietrelcina: unito a Gesù Crocifisso e pronto a promuovere il sollievo della sofferenza.
Non aver paura in questi giorni di degenza! Se cerchi il Signore e confesserai la fede in Lui, Egli si farà sentire in tanti modi, dalla semplicità della stretta di mano di un amico alle attenzioni degli operatori sanitari. Spero anche attraverso queste poche parole.
Oggi posso dire perché sono sacerdote. Per dire a ciascuno di voi: non sei mai solo e nulla può distruggere la tua grandezza, perché nella sofferenza puoi fare esperienza della presenza, silenziosa e operante, di Gesù e scoprire il mistero profondo della tua vita. Della nostra vita!
Con l’augurio di una pronta guarigione, Vi benedico di cuore!