di Carlo Climati
ROMA, venerdì, 26 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Halloween è una tipica festa del mondo anglosassone, che negli ultimi anni si è diffusa anche in Italia. Un tempo, dalle nostre parti, era totalmente sconosciuta. Al massimo si poteva conoscere attraverso qualche film o fumetto americano (Linus, ad esempio).
Oggi, con l’avvento di internet e dei social network, la ricorrenza di Halloween ha oltrepassato i confini e si è diffusa in tanti altri Paesi. Per accorgersene basta guardare le vetrine delle pasticcerie e dei negozi di giocattoli. Sono invase da oggetti, costumi e pupazzi legati a questa ricorrenza.
Il simbolo di Halloween è una zucca intagliata, con occhi, naso e bocca, illuminata da una candela posta al suo interno. Nella notte del 31 ottobre i bimbi americani sono soliti vestirsi da fantasmi, vampiri o piccoli mostri. Bussano alle porte delle case con un sacchetto in mano, chiedendo dolci e caramelle.
Se la moda fosse soltanto questa, non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi. Si tratterebbe soltanto di un secondo Carnevale, per la gioia dei bambini e il divertimento dei genitori.
Non c’è niente di male nel desiderare una notte in maschera, in cui indossare i panni di qualche personaggio dei film dell’orrore. Può essere anche l’occasione per stimolare la propria creatività, divertendosi ad inventare il costume più bello e fantasioso. Ma ci sono altri aspetti da considerare.
Intorno al tipico Halloween carnevalesco si è scatenato un fenomeno parallelo che va a toccare tanti giovani: quello dei “rave” e delle feste in discoteca con tematiche esoteriche
“Rave” è una parola inglese che significa “delirio”. Si riferisce ai grandi raduni musicali che si svolgono in posti isolati, lontani dai centri abitati. Possono durare giornate e notti intere, senza sosta, con un consumo di droga e alcolici molto elevato.
In certi “rave” e feste in discoteca, oltre a ballare, è possibile incontrare maghi e cartomanti che sostengono di poter prevedere il futuro attraverso l’oroscopo o la lettura dei Tarocchi. Approfittano della ricorrenza per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e superstiziose.
La ricorrenza di Halloween, quindi, si è trasformato in un’occasione per essere risucchiati in ambienti esoterici. Rischia di distrarre l’attenzione dei ragazzi in un periodo dell’anno che, per tradizione, era sempre stato riservato al ricordo di tutti i santi e alla commemorazione dei defunti. Uscendo di notte e concentrandosi su certi party, diventa difficile dedicarsi agli appuntamenti proposti dal calendario cristiano.
Il ricordo dei santi e dei morti viene sostituito da un tuffo nell’occultismo. I momenti di raccoglimento e di preghiera sono travolti dal volume assordante della musica da discoteca.
L’avvicinamento dei giovani al mondo dell’esoterismo può essere favorito dalla grande familiarità delle nuove generazioni con il web. Dal computer all’occultismo, il passo può essere breve.
Tutto comincia in modo innocente, per curiosità. Un ragazzo desidera sapere qualcosa di più su Halloween, perché gli amici lo hanno invitato ad una festa. Vuole intagliare una zucca, oppure cerca qualche suggerimento per creare un costume.
Il giovane si siede davanti al computer e digita la parola “Halloween” in un motore di ricerca. Così facendo rischia di imbattersi in siti che offrono informazioni sull’esoterismo e sui riti magici da praticare durante la notte del 31 ottobre.
Ciò rappresenta un grave rischio, perché la maggior parte dei ragazzi naviga su internet in condizioni di piena solitudine. Quando si è soli, è molto facile essere indottrinati e strumentalizzati.
Il tema della magia, da sempre, ha fatto parte delle fantasie di bambini e ragazzi. Le vecchie favole sono piene di streghe, fate ed incantesimi. Ma c’è una grande differenza tra una concezione della magia innocente, che può aiutare a sognare, e certi inviti a pratiche superstiziose.
Ecco perché Halloween non può essere considerato semplicemente un secondo Carnevale. Dietro le zucche e i festeggiamenti, apparentemente innocui, si potrebbero nascondere alcune insidie.
La migliore soluzione al problema sta sicuramente nello stimolare un maggiore senso critico nei giovani, aiutandoli a non bere passivamente i messaggi ingannevoli che vengono associati a questa festa. Si incomincia per scherzo, raccogliendo l’invito di un astrologo in discoteca, e poi si rischia di finire schiavi di qualche mago o santone.
Non bisogna avere timore di ricordare ai ragazzi il significato del periodo dell’anno in cui ci troviamo. Se vogliamo divertirci, divertiamoci. Ma cerchiamo di trovare un po’ di spazio per il raccoglimento, riscoprendo la ricchezza spirituale delle nostre autentiche tradizioni.