CITTA’ DEL VATICANO/ROCCA DI PAPA, mercoledì, 31 maggio 2006 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha manifestato il proprio riconoscimento ai Movimenti ecclesiali e alle nuove Comunità, ed ha chiesto loro obbedienza e comunione con il Papa ed i Vescovi.
Così ha detto il Pontefice nel messaggio letto questo mercoledì in apertura dei lavori del II Congresso mondiale che riunisce 300 rappresentanti di oltre 100 Movimenti, a Rocca di Papa, nei pressi di Roma, dal 31 maggio fino al 2 giugno prossimo.
Papa Benedetto XVI, che da molti anni segue con passione il fenomeno dei Movimenti e delle nuove Comunità, da quando intorno alla metà degli anni Sessanta prese i primi contatti con queste realtà ecclesiali sorte in seno alla Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, ha incoraggiato i partecipanti al Congresso ad essere sempre delle “scuole di comunione”.
“Voi appartenete alla struttura viva della Chiesa – ha affermato –. Essa vi ringrazia per il vostro impegno missionario, per l’azione formativa che sviluppate in modo crescente sulle famiglie cristiane, per la promozione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata che sviluppate al vostro interno”.
“Vi ringrazia anche per la disponibilità che dimostrate ad accogliere le indicazioni operative non solo del Successore di Pietro, ma anche dei Vescovi delle diverse Chiese locali, che sono, insieme al Papa, custodi della verità e della carità nell’unità”, ha continuato.
“Confido nella vostra pronta obbedienza”, ha poi sottolineato.
“Al di là dell’affermazione del diritto alla propria esistenza, deve sempre prevalere, con indiscutibile priorità, l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini. Ogni problema deve essere affrontato dai Movimenti con sentimenti di profonda comunione, in spirito di adesione ai legittimi Pastori”, ha poi ribadito.
“Vi sostenga la partecipazione alla preghiera della Chiesa, la cui liturgia è la più alta espressione della bellezza della gloria di Dio, e costituisce in qualche modo un affacciarsi del Cielo sulla terra”, ha quindi detto loro.
Incaricato di pronunciare il discorso introduttivo, il Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici, monsignor Stanislaw Rylko, ha ricordato che “la persona del Successore di Pietro ci richiama già all’inizio di questo Congresso alla necessità di aprirci all’orizzonte della Chiesa universale”.
“Nel corso di queste giornate – ha aggiunto – il nostro sentire cum Ecclesia dovrà essere dunque particolarmente intenso e trovare espressioni concrete”.
“Nella stupenda manifestazione della multiforme varietà dei doni dello Spirito Santo alla Chiesa di oggi, in queste giornate noi faremo di nuovo l’esperienza della loro profonda unità nella comunione ecclesiale”, ha sottolineato.
Queste parole sembrano riecheggiare da vicino quanto affermato già da Giovanni Paolo II nel messaggio inviato ai partecipanti alla prima edizione di questo Congresso, svoltasi nel maggio del 1998. In quell’occasione il Papa polacco aveva detto: “La vostra stessa esistenza è un inno all’unità nella pluriformità voluta dallo Spirito e ad essa rende testimonianza. Infatti, nel mistero di comunione del Corpo di Cristo, l’unità non è mai piatta omogeneità, negazione della diversità, come la pluriformità non deve diventare mai particolarismo o dispersione”.
“Ecco perché ognuna delle vostre realtà merita di essere valorizzata per il peculiare contributo che apporta alla vita della Chiesa”, aveva aggiunto.
Nel suo messaggio, Giovanni Paolo II aveva quindi toccato il punto essenziale dell’identità ecclesiale dei Movimenti: “Più volte ho avuto modo di sottolineare come nella Chiesa non ci sia contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i Movimenti sono un’espressione significativa”.
“Ambedue sono co-essenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo”, aveva scritto.
Nella stessa occasione l’allora Cardinale Joseph Ratzinger aveva presentato la sua visione teologica dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità in una conferenza pronunciata in apertura del Congresso mondiale.
L’allora Prefetto della Congelazione per la Dottrina della Fede aveva affermato che per impostare correttamente il discorso teologico sui Movimenti ecclesiali non bastava la dialettica fra istituzione e carisma, cristologia e pneumatologia, gerarchia e profezia, perché la Chiesa non è edificata dialetticamente, ma organicamente.
Il porporato aveva dichiarato di ravvisare la corretta collocazione teologica dei Movimenti in un approccio storico in grado di risalire lungo la loro “successione apostolica” e “apostolicità”.
“Il papato non ha creato i movimenti – aveva affermato il Cardinale Ratzinger –, ma è stato il loro essenziale sostegno […], il loro pilastro ecclesiale. […] Il Papa ha bisogno di questi servizi, e questi hanno bisogno di lui, e nella reciprocità delle due specie di missione si compie la sinfonia della vita ecclesiale”.