“Dare la vita per i propri amici”. Il comando di Gesù Cristo è stato incarnato lunedì scorso da un quattordicenne pakistano di nome Aitazaz Hassan Bangash. Il giovane, come ogni giorno, si stava recando alla sua scuola di Ibrahimzai, nel distretto di Hangu, nel nord-ovest del Pakistan. Prima di entrare, si è imbattuto in un ragazzo, con indosso la divisa dell’istituto. Un incontro che ha cambiato il corso degli eventi.
Il giovane chiedeva ad Aitazaz informazioni un po’ inusuali, domande senza senso, tanto che il quattordicenne ha cominciato ad insospettirsi. Finché, osservando attentamente il suo interlocutore, ha notato un detonatore spuntare dalla tunica. Non ha avuto dubbi Aitazaz: quello non era un normale studente della sua scuola, ma un attentatore suicida. Allora non ci ha pensato due volte: senza la minima esitazione, si è lanciato su di lui finendo per essere dilaniato dalla esplosione.Intanto i suoi compagni, intuendo che di lì a poco sarebbe potuta accadere una tragedia, sono fuggiti via terrorizzati.
“Gli altri studenti si sono tirati indietro, ma Aitzaz ha sfidato l’attentatore e ha tentato di fermarlo. L’attentatore è stato preso dal panico e ha fatto esplodere la bomba”, ha raccontato il cugino alla CNN. Grazie all’eroismo di un giovane, quella che sarebbe potuta essere la strage del 2014 si è risolta con due feriti. E due vite perse.
L’intero Pakistan ora celebra il ragazzino. La stampa locale e mondiale si è sprecata in elogi per questo coraggioso adolescente che più di qualcuno ha paragonato a Malala Yousafzai, la giovanissima pakistana, paladina del diritto all’istruzione, ferita nel 2012 in un attacco dei Talebani, e vincitrice lo scorso ottobre del prestigioso Premio Sakharov per la libertà di pensiero, assegnatole dal Parlamento europeo.
Non si contano infatti gli appelli al Governo perché conferisca ad Aitazaz una medaglia al valore; come pure gli omaggi commossi dei suoi amici e conoscenti su Facebook. “È stato un grande sacrificio – commenta tra le lacrime il cugino – Ha salvato le vite di centinaia di studenti sciiti e sunniti”.
Il Pakistan ha quindi “un eroe nella guerra contro i talebani”