Musulmani sunniti, sciiti, alawiti, ismaeliti, drusi, ma anche ebrei, cristiani e rappresentanti di altre religioni si sono riuniti tutti, oggi alle 13, nella grande Moschea degli Omayyadi a Damasco per pregare e digiunare per la pace. Lo riferisce l’agenzia Fides aggiungendo che la solenne celebrazione è stata voluta e presieduta dal Gran Muftì di Siria, Ahmad Badreddin Hassoun, leader spirituale dell’islam sunnita.
Il Gran Muftì, nei giorni scorsi, aveva inviato una lettera a Papa Francesco in cui dichiarava il pieno sostegno alla iniziativa di pace da parte della sua comunità a Damasco. Ha infatti emanato un editto proclamando per oggi, sabato 7 settembre, una speciale giornata di digiuno per i fedeli musulmani, in concomitanza con i fedeli cristiani riuniti in piazza San Pietro.
Raggiunto da Fides, Badreddin Hassoun ha affermato: “Pregheremo con le intenzioni del Papa Francesco, per chiedere a Dio che ci aiuti a trovare la via della pace. La pace passa attraverso la riconciliazione e il perdono reciproco fra i siriani”. Inoltre, ha spiegato che la giornata vuole essere anche un segno di “solidarietà” con i tragici fatti di Maaloula: “Nessuno di noi si aspettava che in Siria si potesse arrivare all’estremo di dissacrare le chiese e colpire i simboli della cristianità – ha sottolineato il Mufti –. Siamo molto tristi quando l’islam è usato come ideologia estremista che giunge a volere l’eliminazione dell’altro”.
“La maggior parte dei musulmani siriani ha sempre visto i cristiani come fratelli” ha aggiunto, spiegando che la Siria, come la Terrasanta è la “culla del cristianesimo”, perché “Dio l’Onnipotente l’ha scelta come luogo dove aprire gli occhi e il cuore dell’Apostolo Paolo. Anche il nostro comune Padre Abramo è giunto fino alla provincia di Damasco”.
“Noi musulmani siriani – ha dichiarato il leader religioso a Fides – siamo orgogliosi non solo di proteggere i cristiani, ma di essere la cornice entro cui la cristianità si è potuta esprimere e diffondere nel mondo come messaggio di pace, in quanto Gesù Cristo è il Principe della Pace. Per questo – ha soggiunto – oggi nella moschea degli Omayyadi, dove sono custodite le reliquie del profeta Giovanni Battista, luogo di pellegrinaggio comune per cristiani e musulmani, la nostra preghiera per la pace sarà unita con il Papa a Roma, in comunione con tutti credenti di altre denominazioni e con tutti gli uomini di buona volontà”.
Ha poi concluso: “Vogliamo evitare una guerra regionale, perché questa porterebbe in Siria i poteri oscuri dell’estremismo, del radicalismo e della discriminazione sotto la bandiera dell’islam, il che è completamente falso, e servirebbero a sfigurare la bellezza secolare della convivialità”.