Nel corso dell’Udienza Generale odierna, tenutasi stamattina in piazza San Pietro, continuando il ciclo di catechesi sul Mistero della Chiesa, papa Francesco si è riallacciato all’immagine della “Chiesa-mamma”, già evocata nell’omelia di ieri mattina a Santa Marta.
“A me piace molto questa immagine – ha spiegato il Santo Padre – perché mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa”.
Il Pontefice ha quindi sottolineato alcuni principi che dovrebbero animare l’educazione di una madre verso i propri figli. In primo luogo, essa “insegna a camminare nella vita”, indicando la “strada giusta” e lo fa “con tenerezza, con affetto, con amore, sempre anche quando cerca di raddrizzare il nostro cammino perché sbandiamo un poco nella vita o prendiamo strade che portano verso un burrone”.
Ogni mamma, inoltre, sa cosa è importante per un figlio, non perché l’ha “imparato dai libri” ma perché l’ha “imparato dal proprio cuore”.
Anche la Chiesa, come una madre, orienta i suoi figli nella vita, attraverso insegnamenti la cui base sono i dieci Comandamenti, anch’essi “frutto della tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li ha donati”. Sebbene qualcuno possa obiettare si tratti semplicemente di “comandi” o un “insieme di no”, papa Francesco ha invitato a “leggerli” e a “pensarli in positivo”.
Tra le altre cose, i Comandamenti, ha sottolineato il Papa, ci invitano “a non farci idoli materiali che poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad essere onesti, a rispettare l’altro”: tutti insegnamenti che una mamma normalmente trasmette e “una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa”, ha aggiunto il Santo Padre.
Anche quando un figlio “diventa adulto” e “si assume la sua responsabilità”, una mamma continua a seguirlo “con discrezione” e, quando sbaglia, “trova sempre il modo per comprendere, per essere vicina, per aiutare”.
Una mamma per i suoi figli sa “metterci la faccia” – ha detto Bergoglio, usando un’espressione tipica della sua terra – cioè è “spinta a difenderli” anche nelle situazioni più controverse: ad esempio, se finiscono in carcere, le mamme “non si domandano se siano colpevoli o no, continuano ad amarli e spesso subiscono umiliazioni, ma non hanno paura, non smettono di donarsi”.
Allo stesso modo, la Chiesa si dimostra una “mamma misericordiosa” con i figli che “hanno sbagliato e che sbagliano” e, senza giudicare, offre loro il “perdono di Dio”. La Chiesa non ha paura di entrare nella nostra “notte”, ovvero “nel buio dell’anima e della coscienza” e lo fa sempre “per darci speranza”.
La Chiesa, infine, come tutte le mamme, “sa anche chiedere, bussare ad ogni porta per i propri figli, senza calcolare, lo fa con amore”, in particolare pregando Dio, specie per i figli “più deboli” o che hanno preso “vie pericolose e sbagliate”.
A tal proposito, papa Francesco ha citato l’esempio di Santa Monica e delle sue tante preghiere e lacrime versate per il figlio Agostino, fino a farlo diventare anch’egli santo.
“Penso a voi, care mamme: quanto pregate per i vostri figli, senza stancarvi! Continuate a pregare, ad affidare i vostri figli a Dio; Lui ha un cuore grande! Bussate alla porta del cuore di Dio con la preghiera per i figli”, ha esortato il Pontefice.
Anche la Chiesa, quindi, prega per i propri figli in difficoltà: in essa vediamo “una buona mamma che ci indica la strada da percorrere nella vita, che sa essere sempre paziente, misericordiosa, comprensiva, e che sa metterci nelle mani di Dio”, ha poi concluso il Papa.