L'inutile Parola!

Il Vangelo va assunto, prima di tutto, nel proprio modo di essere tra gli altri

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Un vero credente non può stare a guardare il mondo che va in frantumi. Deve scegliere da che parte stare, senza smottamenti interiori e poi proseguire, con piena consapevolezza e libertà assoluta, verso la meta. Spesso però si bivacca! Di solito ci si predispone ad essere cristiani con entusiasmo encomiabile, ma andando avanti s’inciampa, si tergiversa, si recita, si fa finta di essere nella Parola. Si da corso ad una copertura vera e propria di ogni elemento, pur “sgangherato”, di cui si serve questa nostra società, con i risultati di sofferenza e di continua insoddisfazione sociale ed economica, con cui ormai si convive da ignari finti protagonisti. Il credente molte volte si lascia prendere dalla ritualità, dall’incenso, dalla forma del Tempio, dalle sole scadenze parrocchiali, dai simboli sacri, compresi, a volte, anche quelli venduti alla fiera esoterica, tralasciando la Parola del Signore. Uno stile di vita personale che rende inutile il messaggio evangelico, interrompendo qualsiasi cammino di luce interiore e contribuendo a ritardare la storia e il suo compiersi nella redenzione dell’umanità! Si legge in Luca: “…Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

In una omelia il teologo Mons. Costantino Di Bruno affermava che la scelta di Cristo esige che si scelga solo Lui, la sua Parola, il suo Vangelo, la sua vita, la sua croce, la sua speranza, la sua risurrezione, la sua vita eterna. Poi continuava: “Chi sceglie Lui non può scegliere altro. Chi dona il cuore a Cristo, non può donarlo ad altri. Gesù chiede che questa scelta venga ponderata, misurata con somma diligenza. Chi non è capace di dare tutto il suo cuore a Lui, è bene che non faccia la scelta di Lui”. Scegliere Cristo significa quindi ascoltare prima di tutto la sua Parola, per poi intraprendere un percorso di vita, assumendola dentro di sé. La stessa Eucarestia, che rappresenta il momento più alto e sublime della Cena del Signore, perde il suo soprannaturale ed eterno significato, se viene a mancare il vero ascolto del vangelo e delle letture che la precedono in ogni Santa Messa. Gesù ha proclamato e attualizzato il vangelo per tre anni, prima di istituire l’Eucarestia, atto finale e non iniziale di un percorso terreno dell’umanità, per raggiungere la redenzione e cambiare la storia per la salvezza di ogni uomo. L’omelia è a mio avviso sempre necessaria per tutti, al di là della composizione dell’assemblea. In essa le letture pronunciate diventano lievito per la mente e il cuore dei presenti, che non hanno certo riconoscimenti nel cielo in base al titolo acquisito all’interno della comunità!

È l’omelia che ci stimola a riflettere e a verificare il nostro comune sentire dinnanzi alla Parola ascoltata. Ci permette di entrare in punta di piedi nei pensieri di Cristo e di abbandonare le miserie che ci propina, ogni giorno, la nostra reale condizione sociale. Se riflettessimo con serenità non avremmo certo difficoltà a capire che la società odierna tenta, in tutti i modi, di sancire l’inutilità della Parola. Lo fa, purtroppo, attraverso la promozione di atti funzionali alla costruzione di un mondo indirizzato solo alla tutela e alla revisione dei compiti esterni di ogni condotta umana. Più simboli, meno riflessioni interiori. Più celebrazioni imponenti, meno attenzioni a quanto nella sobrietà può far emergere la forza di ciò che è semplice e veritiero. Papa Francesco ci insegna con il suo comportamento quotidiano che la Parola va assunta, prima di tutto, nel proprio modo di essere tra gli altri. È poi cosa buona e giusta formalizzarla anche in ogni simbolo o celebrazione che la Chiesa ci consente di vivere, senza che questi diventino un mantello di copertura per una vita che continua a rimanere al di fuori dell’insegnamento evangelico, sancendo di fatto l’inutilità della Parola. L’esito? L’umanità rimanda il suo viaggio verso un mondo giusto, libero e migliore! 

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it

* Si avvisano i gentili lettori che nelle librerie è possibile chiedere il volume del prof. Chiarella “Sui sentieri del vecchio Gesù”, edito If-Press di Roma. Il libro raccoglie i pezzi di un anno pubblicati su Zenit, con alcuni articoli inediti; la prefazione di Mons. Costantino di Bruno (Lettera al vecchio vangelo); la conclusione di Padre Paolo Scarafoni, LC (Cristo al centro) e la presentazione del Dr. Antonio Gaspari (Zenit).
Scheda libro: http://bit.ly/1giEzlP

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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