Si è svolto oggi l’incontro tra il Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta (Smom), Fra’ Matthew Festing, con gli ambasciatori dei 104 Paesi con cui l’istituzione intrattiene relazioni bilaterali. Durante il tradizionale incontro nella Villa Magistrale, sul colle Aventino, per lo scambio degli auguri d’inizio anno, il Gran Maestro ha ripercorso le attività ed i principali interventi svolti dall’Ordine durante il 2013, anno della rinuncia al soglio petrino di Benedetto XVI e dell’elezione di Papa Francesco, ma anche del 900° anniversario della bolla pontificia Pie Postulatio Voluntatis che ha posto le basi giuridiche per l’independenza dell’istituzione, affidandola, al contempo, al Papa e alla Chiesa, con la missione di testimoniare la fede e porsi al servizio dei poveri e dei sofferenti.
Festing ha quindi reso omaggio durante l’incontro ai due Pontefici: a Francesco per i suoi continui richiami “per la cura dei più bisognosi come asse privilegiato di azione”, che trovano risonanza nel motto dell’Ordine “Obsequium pauperum”. E a Benedetto XVI che, lo scorso febbraio – alla vigilia dell’annuncio delle dimissioni – non ha fatto mancare la sua presenza alle celebrazioni per la bolla di Papa Pasquale II.
Durante la conferenza, ha poi illustrato l’impegno dello Smom nei diversi paesi del mondo, nell’ambito della diplomazia e delle principali crisi umanitarie a livello internazionale. E ha ribadito che “l’Ordine di Malta è in prima linea al fianco dei poveri e dei sofferenti”. Agli ambasciatori, Fra’ Matthew ha infine rammentato il loro importante ruolo nel mondo attuale, che “si esprime anche attraverso una diplomazia culturale, una diplomazia economica e una diplomazia umanitaria”.
Soffermandosi sui principali interventi medico-umanitari realizzati dall’Ordine durante l’anno in aiuto alle popolazioni ferite da guerre, calamità naturali e povertà, il Gran Maestro ha fatto il punto sull’emergenza causata dal tifone Haiyan nelle Filippine, sulla tragedia della guerra civile in Siria, sulla crisi senza fine nell’isola di Lampedusa e sulle conseguenze degli scontri armati nella Repubblica Democratica del Congo e in quella Centrafricana.
“L’Ordine di Malta è stato, ed è tuttora fortemente impegnato ad affrontare l’enorme crisi umanitaria provocata dai rifugiati che fuggono dal loro paese” ha affermato, rammentando i circa 800.000 rifugiati siriani in Libano, secondo le stime ufficiali, ma che, con ogni probabilità, in totale raggiungono “quasi il doppio”. “Un peso enorme sulla popolazione libanese, che conta circa 4 milioni di persone”, ha osservato Festing.
Di questi, l’istituzione ne ha assistiti circa 40.000, salvandoli da sofferenze e privazioni. In particolare, gli sforzi si sono concentrati nel centro di assistenza di Khaldieh, nel nord del Libano e a Kilis in Turchia, a pochi km dal confine siriano, che lo Smom gestisce dal 1986 insieme alla Congregazione delle “Sorelle Antonine”. “Questi interventi – ha detto – sono stati resi possibili anche grazie alla lunga tradizione di collaborazione dell’Ordine di Malta con partner e associazioni locali musulmane”. “Dal mese di agosto 2012 – ha aggiunto – questo centro ha costituito la prima linea degli sforzi del Libano per accogliere e assistere i rifugiati siriani ed è riconosciuto per il suo alto standard di assistenza medica, sociale, ma anche psicologica”. Lì vengono distribuiti prodotti alimentari, per l’igiene e kit di sopravvivenza.
Forte anche la presenza in Asia, dove “il servizio di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta, Malteser International, continua ad essere attivo in Pakistan, India, Myanmar, Thailandia, Cambogia e Vietnam”. E soprattutto nelle Filippine, dove l’agenzia di soccorso ha distribuito pacchi di alimenti e altri beni di prima necessità nei giorni successivi al tifone. Grazie ai 5 milioni di Euro di fondi raccolti sarà possibile aiutare le popolazioni delle aree colpite per i prossimi due anni. In Africa, poi, nella Repubblica Centrafricana, nel Sudan del Sud e in Mali, il Malteser International ha allestito quattro centri di assistenza medica per soccorrere le migliaia di persone in fuga dai recenti scontri armati scoppiati fra ribelli ed esercito congolese. E nella Repubblica Democratica del Congo ha assistito, in dieci anni, 50.000 donne vittime di violenza sessuale, una piaga molto diffusa diventata una vera e propria arma di guerra.
“Nonostante l’urgenza di molti di questi interventi – ha proseguito Fra’ Matthew – l’Ordine non trascura le sue attività in numerosi paesi in tutto il mondo, iniziando da Haiti, dove il personale dell’Ordine di Malta è ancora presente con programmi di soccorso per aiutare la popolazione locale – come il sostegno alle scuole e la costruzione di infrastrutture – quattro anni dopo il devastante terremoto”.
Senza dimenticare che nel canale di Sicilia, a poche miglia dalle coste di Lampedusa, è proseguita senza sosta l’attività di assistenza medica e psicologica di un centinaio di volontari del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine Malta, che dal 2008 prestano servizio sulle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Sono 4.000 le persone soccorse e assistite negli ultimi sei anni; tra queste molti bambini e donne in stato di gravidanza. A Lampedusa, poi, “diventata uno dei simboli della drammatica fuga da guerre, carestie e persecuzioni, per un futuro troppo spesso trasformato in tragedia in balia dei trafficanti di esseri umani”, il lavoro dei volontari non si limita solo all’assistenza dei profughi, ma anche a quella degli “stessi operatori umanitari che per primi sopportano il peso del trauma psicologico ed emotivo del recupero dei corpi dal mare.”
“Il Sovrano Ordine di Malta – ha ricordato infine Fra’ Matthew Festing – non è solo impegnato nel prestare sostegno alle popolazioni in difficoltà, ma ha sempre posto particolare attenzione alla conservazione del patrimonio religioso per proteggere la dignità umana attraverso il rispetto dell’identità di un popolo”. Questo, in diverse “attività che rappresentano una delle priorità dell’Ordine di Malta in collaborazione con la Commissione Europea e l’UNESCO, come dimostrano una serie di iniziative significative intraprese congiuntamente in tempi recenti a Parigi, Bruxelles e a Cipro”.