E’ stata presentata, martedì 14 gennaio, presso la Stampa estera di Roma (via dell’Umiltà) la biografia “Francesco, vita e rivoluzione” della giornalista argentina Elisabetta Piqué, corrispondente de “La Nacion” di Buenos Aires, edita da Lindau. Al tavolo, oltre al moderatore spagnolo don Antonio Pelayo, erano presenti il cardinale inglese Cormac Murphy-O’ Connor, il rabbino argentino Abraham Skorka e il gesuita argentino Humberto Miguel Yanez, docente della Gregoriana, ordinato sacerdote dall’allora padre Bergoglio.
“Ringraziamo Dio di aver dato al mondo Papa Francesco, un grande uomo”, ha esordito il cardinale Murphy-O’Connor, sottolineando che il Pontefice “è molto fermo nel guidare le persone”, anche perché “ha sempre detto che l’unica pastorale che concepisce è quella faccia a faccia”. Al contempo, ha affermato il porporato, Bergoglio possiede “una profonda dimensione spirituale”, influenzata a più riprese “dalla nonna, dalla famiglia, dalla chiesa locale, dalla fede popolare, dalla scuola e dai gesuiti”.
Il cardinale inglese ha citato poi il “collega” Walter Kasper, il presidente Emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, quando ha detto che “non bisogna sovraccaricare il nuovo Pontefice con aspettative esagerate, perché un nuovo Papa può rinnovare la Chiesa, ma non inventarne una nuova”. Ha poi accennato al reiterato paragone tra Francesco e Benedetto XVI, osservando che “ci sono differenze di stile, ma non di dottrina”. Per Francesco, “sono molto importanti la ricezione e l’attualizzazione del Concilio”. Riguardo al Papa emerito, ha invece dichiarato:“Penso che la storia saprà apprezzare quanto ha fatto Benedetto XVI come teologo e come pastore. Ho poi un buon ricordo della sua visita in Gran Bretagna”.
Una parola anche sulle aspettative dei cardinali elettori che hanno votato il cardinale Bergoglio in Conclave: “La maggioranza non si aspettava così tanta aria fresca”, ha assicurato Murphy-O’Connor, ma “ascoltando attentamente nel pre-Conclave l’intervento del cardinal Bergoglio, il cuore degli elettori è stato mosso dallo Spirito”.
Il Rabbino Skorka, rettore del Seminario rabbinico latinoamericano di Buenos Aires, ha invece ricordato la telefonata di Jorge Mario Bergoglio il giorno prima dell’intronizzazione, in cui il neo Papa comunicava all’amico: “Guardi, mi hanno preso a Roma e non mi lasciano andare”. “Nell’ottobre del 2012 – ha aggiunto Skorka – il Gran Cancelliere dell’Università cattolica di Buenos Aires fece un atto rivoluzionario, il primo nell’America latina: conferì a me, ebreo, rabbino, il dottorato honoris causa. E mi disse: ‘Lei non può immaginare quanto ho sognato un momento come questo’”.
Dal canto suo, padre Yanez ha rimarcato che Papa Francesco “è una personalità molto difficile da etichettare: per alcuni è marxista, per altri ultraconservatore, ma non è né l’uno né l’altro…”. Sicuramente, ha detto il gesuita, “è un uomo lungimirante” e “molto riservato” che “ha fatto molto attraverso il dialogo con tutti”. A sintetizzare il pensiero comune verso il Papa argentino è stato il messaggio del presidente del Consiglio, Enrico Letta, pervenuto durante l’incontro. “Tanti sono affascinati dalle tante caratteristiche così attraenti di Papa Francesco”, ha scritto il premier; in lui ci sono “tratti di forte cambiamento, un cambiamento così profondo che nulla nella Chiesa sarà più come prima”.
Infine, ha preso la parola l’autrice del volume, Elisabetta Piqué, giornalista che ha conosciuto Jorge Mario Bergoglio nel 2001, quando è venuto a Roma per ricevere la porpora. “Volevo che ci fosse la parola ‘rivoluzione’ nel titolo”, ha asserito, “si è visto fin dal primo momento, quando è apparso alla Loggia di San Pietro senza la mantellina rossa, senza le scarpe rosse, senza la Croce e si è inchinato al popolo, ne ha chiesto la benedizione…”. “Papa Francesco non parla, agisce. Predica con l’esempio – ha aggiunto la giornalista – ostacoli se ne trovano sempre, specie quando qualcuno vuole cambiare sul serio. In lui emergono due rivoluzioni: sia quella che si esprime nell’avvicinarsi ai non credenti sia quella che concerne il cambiamento all’interno della Chiesa”.