Lasciarci condurre

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Gesù giunge a Betsàida con i suoi discepoli dove gli viene presentato un uomo cieco. La richiesta è di toccarlo. Gesù lo prende per mano, lo conduce fuori dal villaggio e gli mette della saliva sugli occhi. Poi gli impone le mani. Ma quello che il cieco ora vede è molto confuso. Gli impone ancora una volta le mani e finalmente il cieco riconosce esattamente le cose. 

Meditazione

Probabilmente fin da quando Marco scrisse questo brano, i suoi lettori si sono chiesti: ma Gesù non aveva abbastanza “forza” per compiere il miracolo in una volta sola? O forse era un caso grave e quindi doveva ripetere l’imposizione delle mani? E pensando così il lettore tende naturalmente anche a sminuire l’onnipotenza di Dio. Marco vorrà forse dire che anche a Gesù non tutto riusciva in prima battuta? Leggiamo meglio il testo. Gesù, dopo che il cieco gli è stato presentato, lo prende per mano. Il cieco non poteva vedere come viene accompagnato fuori dalla città. Ma si accorgeva di certo come suoni, odori, e voci delle persone intorno a lui cambiavano. Riponeva fiducia in Gesù, lasciandosi condurre, nonostante non lo avesse mai visto. Gesù, fermatosi, gli mette saliva sugli occhi. Un gesto molto intimo, come se volesse dire che quegli occhi vedranno attraverso lui. Così anche per le mani che gli impone, che sono segno di “presa di possesso” di una persona. Il cieco ora vede qualcosa, ma che confusione! Ancora una volta Gesù ripete il gesto. E ora il cieco vede chiaramente. Cosa vede? Vede come Gesù, fin da quando è stato avvicinato a lui, lo ha preso per mano. Vede come lui si è fatto condurre sempre di più in un rapporto che lo toglieva dalle distrazioni che offriva il villaggio, dalla sua vecchia vita. Quando era fuori da quel giro, Gesù, gli apre gli occhi, gli fa vedere quello che fino a quell’istante non poteva conoscere. Ma l’uomo è ancora confuso: non riconosce. Serve un altro gesto per completare la conversione vera al Signore. Anche la nostra vita di fede è così. Gesù ci tiene per mano anche se non lo vediamo e sta con noi, mentre faticosamente – e spesso in modo sbagliato – cerchiamo di vedere. Lui ci fa sempre più suoi e ci dà occhi nuovi per vedere il mondo. 

Preghiera

Signore, voglio ringraziarti. Di avermi posto accanto persone che mi hanno portato a te, quando non ti potevo vedere: i miei genitori, nonni, i catechisti, sacerdoti. Riconosco come mi hai preso per mano in determinati momenti della mia vita. Vedo come mi hai reso tuo nel Battesimo, nella Cresima. Ma io ancora, Signore, non vedo chiaramente. Non lasciarmi. Ponimi ancora le mani sul capo e fammi diventare tuo veramente. Amen. 

Agire

Cercare di vedere le cose da un altro punto di vista: è questo che mi impongo di fare almeno una volta oggi. Aprire lo sguardo al modo di vedere di qualcun altro, di qualcuno che troppo facilmente condanno. 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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