“Ragioni tecniche”. Questa la motivazione che le autorità indiane hanno dato ai due arcivescovi cattolici a cui hanno negato il visto di ingresso in India. I due presuli, mons, Arthur Roche, segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, e mons. Protase Rugambwa, segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie, dovevano intervenire a Bangalore ad un simposio organizzato dalla Conferenza dei vescovi cattolici indiani (Ccbi) su ‘Liturgia e Vita’. Lo riferisce oggi tutta la stampa di New Delhi.
Il vice segretario generale della Ccbi, padre Stephen Alathara, ha spiegato che le relative richieste di visto erano state inoltrate da dicembre per una partenza prevista per lunedì; tuttavia all’ultimo momento è giunto il ‘no’ delle autorità indiane.
Fonti locali rivelano invece che, diversamente da altri membri della delegazione diretta in India, i due arcivescovi “non avevano presentato passaporti del Vaticano ma i loro passaporti comuni” e che “il visto è stato negato su indicazioni del ministero dell’Interno”.
Intanto, sempre in India, a New Dehli, la polizia locale ha arrestato oggi circa 200 persone che partecipavano ad una marcia di protesta per le recenti violenze perpetrate negli ultimi mesi contro fedeli e chiese cristiane.
Il corteo – informa l’Ansa – era partito dalla cattedrale cattolica del Sacro Cuore per recarsi alla residenza del ministro dell’Interno, Rajnath Singh, al fine di chiedere una energica azione contro gli autori degli attacchi. Ma la polizia, che non lo aveva autorizzato, lo ha bloccato procedendo agli arresti.
La manifestazione era stata convocata dall’arcidiocesi della capitale dopo l’ennesimo attacco avvenuto il 2 febbraio contro una chiesa, la St. Alphonsa Church di Delhi, in cui sconosciuti hanno compiuto atti di vandalismo, dissacrando anche le ostie di una pisside. Nel comunicato si convocava “una manifestazione pacifica per portare a conoscenza del governo i frequenti attacchi contro le chiese cattoliche di Delhi e sollecitare il governo a fornire sicurezza a tutti i luoghi religiosi, svolgere approfondite indagini sugli atti di violenza e consegnare alla giustizia i loro responsabili”.
Prima che il corteo fosse bloccato dalla polizia, i partecipanti gridavano slogan come “Vogliamo giustizia!”, mostrando cartelli e striscioni con le scritte “Basta con gli attacchi contro di noi!” e “La pace è tutto quello che desideriamo!”.