La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita

Nella prima predica di Quaresima, padre Cantalamessa si sofferma sull’Esortazione apostolica di papa Francesco e sul concetto di “incontro personale con Cristo”

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È la Evangelii Gaudium il tema della prima predica di Quaresima di padre Raniero Cantalamessa, nella quale il predicatore della Casa Pontificia individua innanzitutto un filo rosso che unisce vari papi del post-Concilio sul tema dell’evangelizzazione.

Nella sua esortazione apostolica, papa Francesco ricorda che la base di partenza di ogni tipo di evangelizzazione è il battesimo: un’affermazione “non nuova”, espressa già dal beato Paolo VI nella Evangelii nuntiandi e da San Giovanni Paolo II nella Christifideles laici, mentre Benedetto XVI aveva insistito sul ruolo speciale riservato in essa alla famiglia.

C’è tuttavia, nella Evangelii Gaudium, un elemento nuovo che è rappresentato dall’evangelizzazione intesa come “incontro con una persona, Gesù Cristo”. Tale concetto, ormai piuttosto assorbito dal cattolicesimo post-conciliare, non è tuttavia affatto scontato.

Un tempo, infatti, si privilegiava “l’idea di incontro ecclesiale, che avviene, cioè, mediante i sacramenti della Chiesa”, mentre l’espressione “incontro personale” aveva, “ai nostri orecchi di cattolici, delle risonanze vagamente protestanti”.

Da parte sua, papa Francesco “non pensa evidentemente a un incontro personale che sostituisce quello ecclesiale; vuole solo dire che l’incontro ecclesiale deve essere anche un incontro libero, voluto, spontaneo, non puramente nominale, giuridico o abitudinario”, afferma  padre Cantalamessa.

Il predicatore della Casa Pontificia traccia poi una panoramica dell’iniziazione cristiana nel corso dei secoli, laddove nel cristianesimo delle origini, clandestino e perseguitato per almeno due secoli sotto l’Impero Romano, la scelta del battesimo, avveniva in età adulta, con il catecumenato, “ed era il frutto di una decisione personale, per giunta anche rischiosa per la possibilità del martirio”.

Durante il Medioevo, con l’avvento dei primi regni cristiani – a partire da quello dei Franchi di Clodoveo – si afferma la “cristianità” propriamente detta, con la relativa inculturazione delle masse ed il cristianesimo diventa la religione egemone, praticata dalla quasi totalità della popolazione e trasmessa con il battesimo sin dalla prima infanzia, senza più essere la conseguenza di una scelta personale.

L’avvento della modernità, iniziata con l’umanesimo ed evolutasi con la rivoluzione francese e l’illuminismo, segna il progressivo processo di secolarizzazione, con una perdita della fede o quantomeno della pratica religiosa in settori sempre più ampi della popolazione.

“Di qui l’urgenza di una nuova evangelizzazione, cioè di una evangelizzazione che muova da basi diverse da quelle tradizionali e che tenga conto della situazione nuova”, mettendo gli uomini d’oggi nelle condizioni di prendere una “decisione personale libera e matura”, proprio come i cristiani delle origini che si battezzavano da adulti, rendendosi così “dei cristiani reali e non solo nominali”.

Una risposta a questa sfida è arrivata innanzitutto con “gli innumerevoli movimenti ecclesiali, aggregazioni laicali e comunità parrocchiali rinnovate, apparse dopo il concilio”, in cui San Giovanni Paolo II intravedeva “i segni di una nuova primavera della Chiesa”.

Anche il papa emerito Benedetto XVI ha individuato la “dinamica del vero rinnovamento” nelle “forme inattese” assunte da “movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l’inesauribile vivacità della santa Chiesa, la presenza e l’azione efficace dello Spirito Santo”.

Tornando a soffermarsi sull’esortazione apostolica di Francesco, padre Cantalamessa individua un “un nesso tra l’incontro personale con Gesù e l’esperienza di gioia del vangelo”.

Nelle Scritture, la parola euangelion (“notizia lieta”) fa la sua apparizione per la prima volta quando, poco dopo l’arresto di Giovanni Battista, Gesù proclama: “convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,14-15). Si tratta della stessa frase che accompagna il rito delle Ceneri, all’inizio della Quaresima.

Anche Giovanni aveva richiamato alla conversione ma, mentre in precedenza, tale termine significava “tornare all’alleanza violata, mediante una rinnovata osservanza della legge”, quindi aveva soprattutto un senso penitenziale, con Gesù, convertirsi significa piuttosto “fare un salto in avanti ed entrare, mediante la fede, nel Regno di Dio che è venuto in mezzo agli uomini”.

E nonostante Gesù affermi che la sua sequela è lungo la via della croce (cfr. Mt 16,24), il passaggio della morte “costituisce la penultima tappa, mai l’ultima”: dopo la croce, infatti, ci sono la “resurrezione”, la “vita” e la “gioia senza fine”.

Il cristianesimo, però, non vive di sola fede ma anche di opere, nel senso che “senza le opere, la fede muore”, così come il neonato non può venire al mondo senza la madre ma, per sopravvivere, necessita del nutrimento. “Non ci si salva per le buone opere, ma non ci si salva senza le buone opere”, afferma padre Cantalamessa, sintetizzando quanto il Concilio di Trento dice su questo punto.

Da parte sua, la Evangelii Gaudium “riflette questa sintesi tra fede e opere”, specie quando ricorda tutti i grandi “no” che il vangelo pronuncia contro l’egoismo, l’ingiustizia, l’idolatria del denaro, e tutti i grandi “si” che esso ci sprona a dire al servizio degli altri, all’impegno sociale, ai poveri”.

L’incontro personale con Cristo, dunque, “è tutt’altro che una esperienza intimistica e individualistica; diventa, al contrario, la molla principale per l’evangelizzazione e la santificazione personale”. La gioia promessa dal Vangelo “non si mantiene se non grazie a un continuo contatto con lui”.

Cantalamessa conclude la sua predica con una metafora formulata da papa Francesco all’incontro con le Fraternità Carismatiche del 31 ottobre 2014. La vita cristiana è un po’ come la respirazione: “Noi inspiriamo l’ossigeno che è lo Spirito Santo mediante la preghiera, la meditazione della parola di Dio, i sacramenti, la mortificazione, il silenzio; effondiamo lo Spirito quando andiamo verso gli altri, nell’annuncio della fede e nelle opere della carità”, afferma il predicatore della Casa Pontificia, ricordando che la Quaresima appena iniziata è “per eccellenza, tempo di inspirazione”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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