La sfida dell'accoglienza

Un’analisi del fenomeno migratorio di mons. Gabriele Bentoglio, sotto-segretario del Pontificio Consiglio per i migranti

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Riportiamo di seguito un articolo di mons. Gabriele Bentoglio, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, pubblicato nell’edizione di oggi de L’Osservatore Romano, sul fenomeno dell’immigrazione in Italia e nel mondo.

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Riceviamo in questi giorni notizie drammatiche di migliaia di uomini, donne e bambini salvati in mare e approdati sulle coste italiane. E sappiamo, purtroppo, che alcuni giorni fa circa quattrocento persone non ce l’hanno fatta: in poco più di tre mesi, almeno in novecento sono morti nel tentativo di compiere la traversata e trovare salvezza in Europa. Il flusso che l’Italia sta affrontando è superiore persino a quello del 2014: quasi 20.000 persone solo dall’inizio dell’anno. 

Questi sono numeri che chiedono una seria riflessione sulla gravità della situazione umanitaria in Paesi come la Siria, l’Eritrea, l’Iraq, il Mali, la Nigeria, da cui la gente scappa, costretta a lasciare tutto e a compiere viaggi pericolosi per chiedere aiuto e protezione all’Europa, ma anche solidarietà, dignità e speranza. Spesso chi riesce ad arrivare in Italia versa in gravi condizioni psicofisiche per aver subito torture e trattamenti inumani e degradanti nel proprio Paese d’origine o durante il transito in zone, come la Libia, in preda a violente guerre civili.

Molti di loro non vogliono rimanere in Italia. Pensiamo che nel 2014 sono arrivate via mare circa 170.000 persone, tutte potenziali richiedenti asilo. Di queste, meno della metà hanno presentato domanda di protezione in Italia, mentre le altre — più di 100.000 — hanno tentato di raggiungere altri Paesi, come la Svezia o la Germania, per ricongiungersi alle loro famiglie. Di questo l’Europa deve saper tenere conto per trovare soluzioni efficaci e rispettose delle volontà e dei progetti di vita dei migranti.

La Chiesa è impegnata da sempre sul versante dell’accoglienza di migranti e profughi, soprattutto per favorire il migliore inserimento degli stranieri nelle comunità di arrivo, anche contrastando gli stereotipi e i pregiudizi negativi. Crediamo che l’accoglienza sia un dovere di tutti, un elemento essenziale per costruire una società più giusta, un Paese più solidale. Accogliere significa aiutare, rispettare, amare chi cerca protezione. Per questo è importante vigilare affinché l’elemento umano dell’ospitalità non sia mai oscurato da interessi economici e privati.

In questi giorni il sistema di accoglienza italiano è nuovamente sottoposto a grande pressione e i posti non sono sufficienti per i nuovi arrivi. È essenziale fare di tutto  affinché, anche nell’urgenza di provvedere a nuove sistemazioni, si rispettino comunque standard adeguati alla dignità di ogni essere umano.

Dal punto di vista dell’accoglienza, Roma è sottoposta a una pressione particolare. Tante organizzazioni caritatevoli offrono aiuto, assistenza legale e sanitaria, o provvedono ai bisogni primari come un tetto e un pasto caldo. Ma gli operatori sul terreno ci raccontano situazioni drammatiche. In particolare, negli insediamenti informali, come l’edificio occupato di ponte Mammolo e quello in via Collatina.

L’organizzazione Medici per i diritti umani afferma che soprattutto a ponte Mammolo ogni giorno arrivano oltre cento migranti in gravi condizioni psicofisiche. E l’aumento di arrivi inizia a registrarsi anche al Selaam Palace, alla Romanina. Nella capitale rimangono solo qualche giorno per poi proseguire il viaggio verso nord, in direzione di altri Paesi europei.

Solitamente la tappa successiva è a Milano, dove l’anno scorso il comune, con il sostegno della prefettura, ha predisposto delle strutture di accoglienza per ospitare temporaneamente 43.000 migranti in transito, per lo più siriani ed eritrei. Ma quella dell’accoglienza è una sfida per tutti. Raccoglierla sarebbe un segno di adesione concreta allo spirito con cui Papa Francesco ha indetto un Anno giubilare dedicato alla misericordia.

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ZENIT Staff

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