Il boccone della gioia

Riscoprire e assaporare la bellezza di servire gli altri

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Era un argomento che destava molta curiosità e, anziché turbarmi, mi donava forza per incoraggiare chiunque si trovasse a vivere situazioni anche le più terribili e ingiuste.

Sentivo parlare di un’isola particolare dove venivano relegati tutti coloro che avevano commesso delitti o errori di una certa gravità… Privati di ogni diritto, condannati a vivere insieme, a dipendere in tutto dagli altri… Avevano perso tutto, non s’aspettavano più nulla da nessuno. Eppure si diceva che fossero contenti di stare così insieme…

Uno dei condannati affermava che era sereno e tranquillo e che non aveva da difendere nessuno, né tanto meno difendersi da nessuno… Non temeva neppure la morte perché – diceva – aveva perso tutto, la stima degli altri e le persone care.… Non aveva nulla su cui potesse avanzare qualche diritto. Anzi aveva perso ogni diritto.

Un isolano era così convinto della propria colpevolezza che non parlava mai male di nessuno e stimava tutti migliori di sé. Vivendo in un tale clima aveva riscoperto e assaporato la bellezza di servire gli altri. Non nutriva nessun interesse se non quello di sentirsi gratificato dall’amore che donava.

Aspettava come tutti il momento della tavola, che lui definiva “il boccone della gioia”. Perché?! Gli era stato affidato il servizio alla mensa. Era talmente felice di servire che, sorridendo, si spostava da un tavolo all’altro quasi a passo di danza.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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