Martirio e memoria

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 15,26-16,4

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Lettura

Nei capitoli 14-16 del Quarto Vangelo Gesù parla a lungo dello Spirito, che Lui definisce Consolatore e Martire, cioè il Paraclito, Spirito di verità che dà testimonianza di Cristo Gesù. Questo Spirito è Amore-relazione che unisce, perché distingue, il Padre e il Figlio. È l’Amore smisurato, gratuito, incondizionato che si e ci “espone” all’odio e all’egoismo del mondo. Ma niente paura, dirà Gesù: «Io ho vinto il mondo» (Gv 16,33).

Meditazione

Gesù avvisa e prepara i suoi discepoli: la sua strada sarà la loro strada, l’ora delle tenebre che cercano di soffocare la luce della Verità che è l’Amore, arriverà anche per loro. Non ci sono deviazioni né scorciatoie: il destino del Maestro, che beve fino alla feccia il calice del peccato e dell’odio, è e sarà il destino dei discepoli di ogni tempo. Ma non siamo soli! Non soltanto perché il Crocifisso Risorto ci ha assicurato la sua Presenza fino alla consumazione dei secoli, ma anche perché Egli ci ha fatto dono dello Spirito: il Consolatore, Suggeritore, Ispiratore d’Amore. E questo Spirito procede dal Padre pur se mandato da Gesù. Lo Spirito, dunque, nel tempo della Chiesa, che è il frattempo teso fra le due venute del Signore (già e non ancora), continua fino al compimento la missione di Gesù nei discepoli. Una missione di martirio e memoria, cioè di testimonianza e ricordo, perché, ricordando ai discepoli che devono amare come Dio, nell’ora della prova sappiano affrontare il martirio, facendosi attestato d’amore fino al dono della vita. Lo Spirito Santo, Martirio e Memoria del Figlio Crocifisso e Risorto per amore, è il dono più grande e trasfigurante di Gesù ai discepoli. Lo Spirito di Verità è il morire dell’Amore perché la Verità dell’Amore di Dio sia luce in noi e, attraverso la nostra testimonianza, sia vita per il mondo. E così Pasqua diventa storia nostra, ora dello Spirito, che rende sempre nuovo il cuore e ci spinge ad amare nel coraggio di saper scomparire. E allora anche oggi per noi è possibile vivere davanti al Padre, nella memoria martiriale dello Spirito, per andare incontro a Cristo Signore, fino a poter dire con Paolo: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2,20).

Preghiera

Spirito Santo, Vento d’Amore, metti ali ai miei sogni e la memoria in me riaccendi. Sii luce sulla via nella notte dell’anima mia, perché impari ad amare scomparendo e ad accogliere comprendendo. Amen.

Agire

Oggi, dinanzi ad ogni difficoltà e contrarietà, cercherò di ricordare qualche parola del Vangelo, per trovare luce ed essere testimonianza d’amore.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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