“Non c’è cecità peggiore di chi chiude gli occhi di fronte alle difficoltà degli altri. Di chi si sottrae al dovere, elementare, di rendersi conto e farsi carico dei problemi degli altri”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando il 3 dicembre al Quirinale una delegazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell’Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB Italia.
“Chi invece mostra un sincero atteggiamento di solidarietà e di premura verso chi è in difficoltà – ha sottolineato il Presidente- avverte gratificazione”. “Aiutare gli altri, – ha ribadito – più che un dovere, è un arricchimento della propria vita”. E ha aggiunto: “La vostra dignità, la vostra forza, la vostra umanità sono un esempio positivo per tutti gli italiani, e meritano grande attenzione”.
Prima di Sergio Mattarella c’erano stati l’intervenuto del Presidente di IAPB Italia, Giuseppe Castronovo, la recita di una poesia da parte di Francesco Licandro, bambino non vedente del Comitato IAPB Sicilia, e del Presidente Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Mario Barbuto.
A proposito della poesia scritta e recitata da Francesco Licandro, bambino ipovedente, Sergio Mattarella ha detto: “Vorrei sottolineare anch’io – come ha detto poc’anzi Francesco e lo ringrazio – siamo tutti gli stessi. E’ questa una definizione che andrebbe costantemente ripetuta, sottolineata e posta in evidenza”. Nel corso del suo intervento il Presidente della Repubblica ha spiegato: “Occorre sempre rammentare che dietro l’espressione ‘persona con disabilità’ vi è, appunto, una persona, che parte da condizioni svantaggiate, ma che non può essere destinatario di minor considerazione perché necessita di sostegno, al contrario gli va rivolta maggior attenzione”.
Rivolgendosi ai presenti ha sostenuto: “La vostra vita quotidiana è irta di ostacoli materiali e culturali, è contrassegnata dalle difficoltà. Voi non vi siete arresi. Avete sollecitato con forza il rispetto dei vostri diritti, ma anche manifestato la vostra volontà di contribuire alla crescita civile e sociale del nostro Paese”. Il Presidente ha fatto riferimento ad un ragazzo portatore di disabilità, sordo dalla nascita, che in un intervento alla Camera dei Deputati ha detto: “Vogliamo ascolto e vogliamo poterci esprimere come individui e come cittadini”.
Entrambe le dimensioni, di individui e di cittadini, – ha sostenuto il Presidente – vanno raccolte e vanno assicurate nella loro realizzazione. A questo proposito – ha concluso – “le persone con disabilità non devono essere solo i destinatari delle politiche di sostegno a loro dedicate. Devono essere e diventare davvero soggetti attivi, delle decisioni legislative e amministrative che li riguardano. Perché non c’è nessuno che possa conoscere e rappresentare i problemi di una categoria di persone meglio di chi questi problemi li vive giorno dopo giorno”.