A football

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Integrazione, legalità e evangelizzazione attraverso il calcio

La proposta educativa e fraterna della Asd Saint Michel della piana di Gioia Tauro, in Calabria

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Nel panorama calcistico dilettantistico si è affacciata quest’anno la realtà dell’Asd Saint Michel. La squadra di calcio a 11 che sta rivoluzionando il modo di interpretare il calcio nella piana di Gioia Tauro (Rc). E lo fa perché ha intenzione di recuperare dei valori che nel gioco, purtroppo, sono andati via via svanendo. Il rispetto, l’onestà, la correttezza, l’educazione l’integrazione ecc. sono valori che la squadra della Saint Michel ha voluto a fondamento del proprio progetto sportivo.

Accanto, o meglio, prima di tali valori si aggiunge l’opera di evangelizzazione che è la motivazione di fondo della società calcistica in questione. Infatti, questa realtà, nasce da un’ispirazione arrivata in un momento particolare. Un incontro particolare. L’incontro di don Gaudioso Mercuri con papa Francesco. Il giovane pastore infatti, essendo in tale occasione il portavoce dei sacerdoti del Rinnovamento nello Spirito Santo, ha avuto la possibilità di comunicare direttamente al Pontefice. Il quale ha parlato ai fedeli di “un Gesù come un allenatore di calcio, un coach che vuol tirare su una squadra di campioni della fede trasformandoli in veri e propri atleti di Cristo”.

Il Presidente don Gaudioso Mercuri scrive: “Il progetto Asd Saint Michel nasce dalla necessità di trovare una nuova, diversa e incisiva soluzione al problema del disagio giovanile nel mondo dello sport creando un connubio con la fede”. Gli aderenti al progetto (i calciatori), lo staff tecnico ed i dirigenti saranno giovani che portano in sé i valori cristiani e vogliono trasmetterli in un mondo tanto discusso come quello dello sport. Lo sport, particolarmente il calcio, è un potente veicolo per entrare nel mondo dei giovani, un mondo ricco di risorse ma anche di problematiche. La Saint Michel (tale nome perché San Michele è il potente soldato di Dio che sconfigge il male, lotta per amore di Dio, è il simbolo del bene,  alla lunga vince sempre sul male e  tramuta la paura in vera speranza), che ha la sua sede in Gioia Tauro, si propone: di evangelizzare, di creare integrazione con i nostri fratelli africani (aiutarli ad inserirsi nel nostro tessuto sociale), educare i giovani anzitutto al senso di legalità e rispetto delle regole, e di combattere la blasfemia in campo.

L’equipe di collaboratori è molto vasta, vi sono infatti, due psicologhe dello sport, una educatrice, tre allenatori, un gruppo di medici, e tanti dirigenti, che a titolo gratuito hanno dato la loro disponibilità ed adesione al progetto. La squadra da qualche settimana, grazie all’aiuto di alcune erogazioni libere, è stata iscritta alla Figc per il campionato Lega Nazionale Dilettanti in Terza Categoria. Afferma don Gaudioso: “I giovani della Piana di Gioia Tauro hanno bisogno di qualcuno che creda in loro, che stia al loro fianco, che gli dia fiducia. Unitas Victoria Est è il motto scelto per la squadra: uniti, insieme, animati da valori umani e cristiani, miglioriamo la nostra terra, rendiamola terra di fede e speranza! Lo sport, grazie ai valori che lo animano, può svolgere un ruolo trainante nei processi di integrazione e contribuire in modo efficace a diffondere la cultura del rispetto e della convivenza fra persone provenienti da culture e religioni diverse. In questo contesto progettuale, abbiamo bisogno come in un azienda per lo sviluppo la crescita e la funzionalità corretta dell’attività sportiva avere delle figure ben determinate e molto dettagliate. In quanto Presidente e dunque rappresentante della squadra di calcio Saint Michel, personalmente, intendo orientare secondo quanto recita  il principio 6 della Carta Olimpica, il valore altamente socializzante dello sport con lo scopo di contribuire alla costruzione di un mondo migliore e più pacifico educando la gioventù per mezzo dello sport, praticato senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.  Rimaniamo consapevoli che non è l’uomo al servizio dello sport ma il contrario, per tal motivo risulta altresì indispensabile cercare la verità sull’uomo e sulla società affinché non prevalga la logica dello spettacolo e del mercato”.

“L’educazione è cosa del cuore, Dio solo ne è il padrone, e noi non potremmo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte non ce ne mette in mano la chiave” (CEI, il laboratorio dei talenti, cit., n.34). È una squadra che non cerca solo di “vincere” ma di “convincere” (vincere – con). Di convincere tutti che una sana competizione è possibile, che il gioco è gioco e che lo sport può essere un veicolo eccezionale di aggregazione. Infatti, quando una partita di calcio è disputata lealmente, qualsiasi sia il risultato può essere occasione di festa.

Un’unione di persone che credono nello sport e nella sua essenziale componente ludica. È indubbiamente una delle realtà più ammirate della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, che trova nel suo Vescovo, mons. Francesco Milito, il primo tifoso e sostenitore. “Il nostro Vescovo, mons. Milito – afferma don Gaudioso – ha sempre incoraggiato il suo clero, soprattutto i più giovani ad essere formati anzitutto dalla preghiera, che deve essere alla base sana ed equilibrata di ogni opera che nasce; i nostri ragazzi hanno espresso il desiderio di incontrare il Vescovo. Essi hanno bisogno di un confronto e di un incoraggiamento da parte del loro Pastore”. Nella speranza che sia presto imitata nel suo messaggio e che sia il germe del futuro calcio nella Piana, e non solo, si attendono con fiducia frutti umani e sportivi.

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ZENIT Staff

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