Papa Francesco: Nessun peccato può cancellare la misericordia di Dio

Il Pontefice invoca la Madonna di Guadalupe affinché le comunità cristiane sappiano essere testimoni di una carità che non ammette esclusioni

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Alle ore 18 di questo pomeriggio, papa Francesco ha celebrato la Messa nella Basilica Vaticana in occasione della Festa liturgica della Beata Vergine Maria di Guadalupe.

Riportiamo di seguito il testo dell’omelia che il Santo Padre ha pronunciato dopo la lettura del Vangelo.

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“Il Signore, tuo Dio, è in mezzo a te. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».” (So 3,17-18). Queste parole del profeta Sofonia, rivolte a Israele, possono essere rivolte anche alla Vergine Maria, alla Chiesa, e a tutte le persone, amate da Dio con amore misericordioso. Sì, Dio ci ama tanto da gioire e compiacersi insieme a noi.

Ci ama di un amore gratuito, senza limiti, senza attendersi nulla in cambio.

Non gli piace il pelagianesimo. Questo amore misericordioso è l’attributo più sorprendente di Dio, la sintesi in cui è condensato il messaggio evangelico, la fede della Chiesa.

La parola “misericordia” è composta da due parole distinte: miseria e cuore. Il cuore indica la capacità di amare; la misericordia è l’amore che abbraccia la miseria della persona umana.

E’ un amore che “sente” la nostra indigenza come se fosse propria, con lo scopo di liberarcene. “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.” (1 Jn 4,9-10).

A lui non piace neanche l’agnosticismo. “Il Verbo si fece carne”, con l’intenzione di condividere tutte le nostre fragilità. Con l’intenzione di sperimentare la nostra condizione umana, fino a farsi carico con la Croce di tutto il dolore dell’esistenza umana.

La profondità della sua compassione e della sua misericordia è così: una fusione per farsi per farsi compagnia e porsi al servizio dell’umanità ferita.

Nessun peccato può cancellare la sua vicinanza misericordiosa, né impedirgli di porre in atto la sua grazia di conversione, a condizione che noi la invochiamo.

Anzi, il peccato stesso fa risplendere con maggior forza l’amore di Dio Padre che, per riscattare lo schiavo, ha sacrificato il suo Figlio. 

Questa misericordia di Dio ci raggiunge con il dono dello Spirito Santo, che nel Battesimo, rende possibile, crea e alimenta la nuova vita dei suoi discepoli.

Per quanto i peccati del mondo possano essere grandi e gravi, lo Spirito, che rinnova la faccia della terra, rende possibile il miracolo di una vita più umana, piena di gioia e di speranza.

Gridiamo anche noi con gioia: “Il Signore è il mio Dio e Salvatore!”.

“Il Signore è vicino”, ci dice l’apostolo Paolo, niente ci deve angustiare. La più grande misericordia risiede nel suo essere in mezzo a noi, nello stare in sua presenza e compagnia.

Cammina al nostro fianco, ci mostra la strada dell’amore, ci risolleva quando cadiamo, con tanta tenerezza, ci sostiene nelle nostre fatiche, ci accompagna in tutte le circostanze della nostra esistenza.

Ci apre gli occhi per farci vedere le nostre miserie e quelle del mondo, ma allo stesso tempo ci riempie di speranza.

“E la pace di Dio custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Flp 4,7). Questa è la fonte della nostra vita serena e felice; non c’è nessuno che possa privarci di questa pace e felicità, nonostante le sofferenze e le prove della vita. 

Coltiviamo questa esperienza di misericordia, di pace e di speranza, nel cammino di Avvento che stiamo percorrendo e alla luce dell’anno giubilare. Annunciare la Buona Novella ai poveri, come Giovanni Battista, compiendo opere di misericordia, è un buon modo di attendere la venuta di Gesù nella Natività.

In Maria, Dio gioisce e si compiace in modo speciale. In una delle preghiere più care al popolo cristiano, il Salve Regina, chiamiamo Maria “madre di misericordia”.

Lei ha sperimentato la misericordia divina, ed ha accolto nel suo seno l’origine stessa di questa misericordia: Gesù Cristo.

Lei, che ha sempre vissuto intimamente unita a suo Figlio, sa più di chiunque altro ciò che Egli vuole: che tutti gli uomini si salvino, e che a nessuno venga mai a mancare la tenerezza e la consolazione di Dio.

Che Maria, Madre di Misericordia, ci aiuti a comprendere quanto Dio ci ama.

A Maria santissima affidiamo le sofferenze e le gioie dei popoli di tutto il continente americano, che la amano come madre e che la riconoscono come “patrona”, con il titolo devozionale di Nostra Signora di Guadalupe.

Che “la dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio” (Bolla Misericordiae vultus, 24).

A Lei chiediamo che questo anno giubilare sia una semina di amore misericordioso nel cuore delle persone, delle famiglie e delle nazioni. 

Che noi ci convertiamo in misericordiosi, e che le comunità cristiane sappiano essere oasi e fonti di misericordia, testimoni di una carità che non ammette esclusioni.

[Il Papa annuncia che nel mese di febbraio prossimo andrà a pregare al Santuario della Madonna di Guadalupe in Messico.]

Noi La supplichiamo affinché guidi i passi del suo popolo americano, popolo pellegrino che cerca la Madre della misericordia e la prega di mostrargli suo Figlio Gesù.

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ZENIT Staff

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