FIAMC: l'omosessualità non si affronta con le medicine

I medici cattolici continuano a sostenere l’assistenza personalizzata

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BARCELLONA, mercoledì, 8 giugno 2011 (ZENIT.org).- La condizione omosessuale si può prevenire e può cambiare con un’assistenza personalizzata o un accompagnamento di gruppo, ma non ha cura farmacologica.

Lo ha sottolineato a ZENIT il presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni di Medici Cattolici (FIAMC), Josep Maria Simon.

Le sue dichiarazioni rispondono ad alcune informazioni apparse negli ultimi giorni su quotidiani europei, in base alle quali un’autodefinitasi “Associazione di medici cattolici tedeschi” (di Monaco), diretta a Gero Winkelmann, cura l’omosessualità a base di omeopatia e altri elementi.

Simon ha spiegato che questa associazione non è l’associazione dei medici cattolici tedeschi e non fa parte della FIAMC, né riflette l’opinione della federazione dei medici cattolici sull’omosessualità, spiegata nel documento “Omosessualità e speranza”.

Il presidente della FIAMC ha osservato che molti omosessuali hanno dipendenze o ansie, e in questo caso è possibile aiutarli con medicinali.

Per gestire l’omosessualità, ha aggiunto, oltre all’aiuto medico è utile la pastorale della persona omosessuale.

Simon ha riconosciuto la difficoltà di affrontare questi temi pubblicamente, e ha ricordato l’esempio del Policlinico Tibidabo di Barcellona, che un anno fa ha ricevuto intense pressioni per i suoi servizi di assistenza a persone che volevano smettere di essere omosessuali e che ha finito per scomparire.

Gli insegnamenti della Chiesa sull’omosessualità manifestano un profondo rispetto per le persone omosessuali, ma passano per il rifiuto della pratica dell’omosessualità.

La dichiarazione dell’Associazione Medica Cattolica degli Stati Uniti “Omosessualità e speranza” contraddice il mito per cui l’attrazione omosessuale è geneticamente predeterminata e non si può modificare.

“Etichettare un adolescente, o peggio un bambino, come ‘omosessuale’ senza rimedio rende un servizio assai povero alla persona – segnala il documento –. Questi adolescenti o bambini possono, con l’intervento positivo adeguato, ricevere consigli idonei per poter superare il problema di traumi emotivi precedenti”.

Il ricercatore psichiatrico dell’Università di Columbia Robert Spitzer, che ha partecipato direttamente alla decisione del 1973 di ritirare l’omosessualità dalla lista dei disordini mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana, ha riconosciuto decenni dopo la possibilità che una persona omosessuale modifichi la sua tendenza.

“Sono convinto che molte persone abbiano fatto cambiamenti sostanziali per arrivare ad essere omosessuali… Credo che questo faccia notizia – ha dichiarato –. Ho iniziato questo studio scettico. Ora affermo che questi cambiamenti possono essere mantenuti”.

“Omosessualità e speranza” afferma che con l’aiuto potente della grazia, i sacramenti, il sostegno della comunità e un terapeuta con esperienza, un individuo deciso dovrebbe essere capace di raggiungere la libertà interiore che Cristo ha promesso.

Terapeuti esperti, sostiene il documento, possono aiutare gli individui a scoprire e comprendere le cause profonde dei traumi emotivi che hanno dato origine all’attrazione per lo stesso sesso.

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ZENIT Staff

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