Estirpare l’“info-povertà” per raggiungere una società più equa

Propone l’Arcivescovo Migliore all’ONU

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NEW YORK, venerdì, 14 ottobre (ZENIT.org).- Le nuove tecnologie, soprattutto quelle legate al mondo della comunicazione, hanno un ruolo importante nel progresso dei poveri e per questo motivo bisogna estirpare l’“info-povertà”, ha affermato l’Arcivescovo Celestino Migliore intervenendo questo giovedì a New York.

Nel prendere la parola davanti al Quarto Comitato sul punto 33 circa le “Questione correlate all’informazione”, l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha osservato che “come avviene con la salute e l’istruzione, l’accesso alla ricchezza rappresentato dalle comunicazioni beneficerebbe senz’altro i poveri, come destinatari di informazioni ma anche come attori, capaci di promuovere il loro punto di vista davanti a quanti prendono decisioni nel mondo”.

Denunciando la mancanza di coinvolgimento delle zone più povere del mondo dal punto di vista informativo, l’Arcivescovo Migliore ha sottolineato come la Santa Sede ribadisca che “l’esercizio della libertà di comunicazione non dovrebbe dipendere dalla ricchezza, dall’istruzione o dal potere politico”, perché “il diritto di comunicare appartiene a tutti”.

Il diritto all’informazione, ha constatato, è fondamentale “nella vita di tutte le società e le istituzioni democratiche”, e insieme alla libertà di espressione aumenta e si sviluppa nelle società “quando non sono compromesse le basi etiche della comunicazione, come la preminenza della verità e il bene degli individui, il rispetto della dignità umana e la promozione del bene comune”.

In questo contesto, ha poi osservato, la Santa Sede “ha dato vita ad un’iniziativa unica a livello continentale chiamata Network Digitale della Chiesa in America Latina (Red Informática de Iglesia in America Latina – RIIAL), che promuove l’adozione di tecnologie e programmi digitali nel settore dei media, soprattutto nelle zone povere”.

Il successo di questo progetto ha attirato l’attenzione dell’Osservatorio per la Comunicazione Audiovisiva e Culturale nel Mediterraneo e nel Mondo (OCCAM) e di altre organizzazioni internazionali.

“Si spera che la Seconda Fase del Summit Mondiale delle Nazioni Unite sulla Società dell’Informazione (WSIS), che avrà luogo tra poco a Tunisi, porterà ad ulteriori sforzi concreti per costruire una società digitale più inclusiva che ridurrà la diffusa ‘info-povertà’”, ha proseguito Migliore, sottolineando che “sarebbe un bene se fosse creata una nuova dinamica che vada al di là della logica commerciale e politica presente in genere in questi campi”.

La conoscenza, ha osservato, è essenziale anche “per stabilire una presenza nel mercato internazionale, ed è la chiave per partecipare all’economia globale di cui Internet è un veicolo sempre più importante”.

“La mia delegazione crede che la Società dell’Informazione dovrebbe essere finanziata dall’abilità, dalla capacità e dalle competenze nel generare e catturare nuova conoscenza e nell’accedere, assorbire ed utilizzare in modo efficace le informazioni, i dati e la conoscenza con il sostegno della tecnologia dell’informazione e della comunicazione”, ha continuato.

“La conoscenza, inoltre, dovrebbe essere riconosciuta per il suo ruolo nello sviluppo della tecnologia della comunicazione e dell’informazione”.

Considerando la sempre maggiore facilità di accesso ad informazioni di ogni tipo, la Santa Sede sottolinea inoltre “la necessità di proteggere i più vulnerabili, come i bambini e i giovani, soprattutto alla luce dell’aumento di contenuti in cui figurano violenza, intolleranza e pornografia”.

Secondo l’Osservatore, c’è quindi “un bisogno fondamentale di sviluppare un’abilità di discernere le informazioni ricevute, vista l’enorme mare di informazioni disponibili”.

Questo processo, ha concluso, può tuttavia fiorire “solo dove ci sia una riconosciuta gerarchia di valori”.

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ZENIT Staff

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