Santa Sede / © ZENIT - HSM, CC BY-NC-SA

“Attività investigative” illegali su esponenti della Santa Sede

Le ragioni dietro le dimissioni del già revisore generale Milone

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In risposta ad un’intervista pubblicata oggi, domenica 24 settembre 2017, dal quotidiano “Il Corriere della Sera”, la Sala Stampa ha spiegato in un comunicato i motivi che si celano dietro le dimissioni avvenute nel giugno scorso del revisore generale, Libero Milone.
“La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal Dott. Libero Milone, già Revisore Generale”, si legge nella nota vaticana, la quale sottolinea che “in questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni”.
“Si ricorda — prosegue il comunicato — che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate.”
“Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto dal Dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”, rivela la nota, la quale spiega che “oltre a costituire un reato” questo “ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott. Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni”.
“Si assicura, infine, che le indagini sono state condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona”, così conclude il comunicato.
Nell’intervista, Milone, che ha ricoperto per due anni (dal maggio 2015) l’incarico di revisore generale dei conti vaticani, ha dichiarato di non essersi dimesso “liberamente” e persino di essere stato minacciato di arresto.
Il già revisore ha parlato a lungo nello studio dei suoi avvocati con il quotidiano milanese, con il “Wall Street Journal”, l’agenzia Reuters e Sky Tg24.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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