Vuoi incontrare Gesù? Allora devi riconoscerti quello che sei, cioè peccatore. Questo — ha suggerito papa Francesco oggi nella sua omelia nella Messa mattutina a Santa Marta — è la porta che apre all’incontro con Cristo.
Nella sua meditazione, basata sul racconto della chiamata del pubblicano e quindi peccatore Matteo (Mt 9,9-13), la cui festa ricorre oggi, il Pontefice ha messo in guardia da coloro che conoscono “la dottrina”, ma poi dimenticano “il primo comandamento”, quello dell’amore.
Per la sua omelia, riportata dal programma italiano di Radio Vaticana, Jorge Bergoglio ha preso spunto anche dalla celebre tela del Caravaggio, molto cara a lui, della chiamata dell’apostolo, che rappresenta la “lotta fra la misericordia e il peccato”.
Mentre Matteo guarda “con un occhio Dio” e “con l’altro il denaro” — spiega Francesco –, Gesù lo guarda “con tanto amore” che quell’uomo “aggrappato ai soldi” non resiste, si alza e lo segue.
L’amore di Gesù, ha sottolineato il Papa, che ha sentito la sua chiamata al sacerdozio proprio il giorno della festa di san Matteo del 1953, ha potuto fare breccia nel cuore di Matteo perché “sapeva di essere peccatore”, di “non essere ben voluto da nessuno”. E’ stata “quella coscienza di peccatore” che ha aperto la porta alla misericordia di Gesù.
Come “la prima condizione per essere salvato” è “sentirsi in pericolo” e “la prima condizione per essere guarito” è “sentirsi ammalato, così “sentirsi peccatore è la prima condizione per ricevere questo sguardo di misericordia” di Gesù, ha spiegato Francesco. “La porta per incontrare Gesù è riconoscersi come siamo, la verità. Peccatori”, ha aggiunto.
“Pensiamo alla sguardo di Gesù, tanto bello, tanto buono, tanto misericordioso. E anche noi quando preghiamo sentiamo questo sguardo su di noi; è lo sguardo dell’amore, lo sguardo della misericordia, lo sguardo che ci salva”, ha esortato il Pontefice.
Lo scandalo del “come mai?”
Nel racconto della chiamata di Matteo, c’è anche una seconda tappa, quella successiva al primo incontro con Gesù. E’ il momento della festa, del banchetto, proprio come nel racconto di Zaccheo (Luca 19,1-10) o del Figliol Prodigo (Luca 15,11-32). “Si tratta — ha spiegato il Papa — della festa dell’incontro del Padre, la festa della misericordia.”
Poi c’è una terza ed ultima tappa, quella dello “scandalo”, del “come mai?”. “Come mai il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”, hanno chiesto i farisei. “Quando voi sentite questa frase, puzza”, ha avvertito Francesco.
Questi farisei conoscevano benissimo “la Dottrina”, sapevano “meglio di tutti come si doveva fare” ma “avevano dimenticato il primo comandamento dell’amore”, ha spiegato il Papa.
Erano convinti che la salvezza “venisse da loro stessi”, ma non è proprio così. “No!”, ha esclamato Francesco. “Ci salva Dio, ci salva Gesù Cristo.”
Questo “come mai?” lo abbiamo sentito anche “tante volte” all’interno delle nostre comunità cristiane, ha proseguito Francesco. “Tanti santi sono stati perseguitati o sospettati”, ha ricordato Jorge Bergoglio, che ha dato alcuni esempi, tra cui santa Teresa, “sospettata di eresia”, e il beato Rosmini.
Perciò, occorre imparare che cosa vuol dire “Io non sono venuto, infatti, a chiamare i giusti, ma i peccatori” e “Misericordia, Io voglio, e non sacrifici”, ha esortato papa Francesco, che ha concluso la sua meditazione dicendo che “è tanto bello incontrare Gesù!”. (pdm)
Santa Marta, 14 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
Santa Marta: la porta per incontrare Gesù
“Se tu vuoi essere chiamato da Gesù riconosciti peccatore”