Approfondire la teologia della donna, studiare la crisi della paternità, il fossato tra le generazioni… Queste sono alcune delle sfide che affronterà il nuovo “Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia”, che papa Francesco ha istituito oggi, martedì 19 settembre 2017, con il Motu proprio “Summa familiae cura” al posto del finora “Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia” fondato nel 1981 da san Giovanni Paolo II.
Durante una conferenza stampa in Vaticano il gran cancelliere dell’Istituto, mons. Vincenzo Paglia, e il preside, mons. Pierangelo Sequeri, che entrambi continueranno il loro incarico, hanno spiegato che il nuovo istituto, che porta nel suo nome i termini “teologico” e “scienze”, avrà come missione di “far capire in tutta la sua ampiezza, compresa scientifica, cosa è scritto nella Amoris Laetitia”.
L’esortazione apostolica di papa Francesco sarà infatti la “Carta” dell’istituto, che avrà come compito anche di rafforzare il dialogo con i non cattolici e con i non credenti, poiché “la famiglia e il matrimonio non sono una questione cattolica, ma planetaria”.
In un comunicato stampa, i responsabili dell’istituto sottolineano il duplice obiettivo della nuova iniziativa di papa Francesco, cioè di mettere la famiglia nuovamente al centro dell’attenzione e di rilanciare dopo 36 anni la “lungimirante ’intuizione” di san Giovanni Paolo II.
Con la decisione, il Pontefice italo-argentino manifesta “la sua profonda convinzione della crucialità del tema”, così si legge.
La mossa di papa Francesco non costituisce una “presa di distanza” dall’ispirazione di Giovanni Paolo II, il quale voleva infatti un’istituzione “di alto profilo” dedicata alla ricerca e alla formazione specialistica universitaria in linea con la Santa Sede.
Il Motu proprio di Francesco, “Summa familiae cura”, mette in rilievo “la centralità della famiglia” per la “conversione pastorale” e quella “missionaria” della Chiesa, la quale non può che avere “attenzione alle ferite dell’umanità”. “Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa”, ricorda la nota.
Sviluppando in particolare le scienze umane e una cultura antropologica, il Pontificio Istituto sarà “un centro ‘teologico’ di eccellenza e di riferimento”. L’intuizione iniziale è “rilanciata all’altezza dell’odierno kairos della Chiesa, ossia: pienamente iscritta nel dinamismo attuale della trasformazione della missione e delle strutture ecclesiali”.
Come osserva il comunicato, il Motu proprio parla della “fondamentale alleanza dell’uomo e della donna per la cura della generazione e del creato”. Questo aspetto, che si appella alla “teologia biblica della creazione”, “non è ancora coerentemente sviluppato nelle sue profonde implicazioni sociali ed ecclesiali”, spiega la nota. (pdm)
Cliccare qui per leggere il Motu proprio.
Mons. Vincenzo Paglia (sinistra), Greg Burke (centro) & Mons. Pierangelo Sequeri (destra) / ZENIT - HSM, CC BY-NC-SA
Matrimonio e famiglia: l’Istituto Giovanni Paolo II si adatta alle sfide di oggi
Teologia della donna, crisi della paternità, fossato intergenerazionale