Monumento Martiri Nagasaki / Wikimedia Commons - Fg2, Public Domain

Giappone: Dio conosce le angosce del popolo, assicura il card. Filoni

Terzo giorno del viaggio pastorale, Nagasaki

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“Dio ama i giapponesi e conosce i problemi e le angosce di questo popolo.” Lo ha dichiarato il cardinale Fernando Filoni, ricordando che nonostante le “difficoltà”, l’opera apostolica non è mai stata arrestata nel Paese del Sol Levante.
Il prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli si è soffermato sulle urgenze della missione della Chiesa in terra nipponica, rivolgendosi martedì 19 settembre 2017 — terzo giorno del suo viaggio pastorale — a sacerdoti, religiosi, religiose, fedeli consacrati e laici dell’arcidiocesi di Nagasaki. Il porporato italiano ha anche tenuto l’omelia durante la Messa celebrata nella cattedrale della città.
“Riprendere la missio per i non-cristiani”, confrontandoli con “l’identità di Gesù attraverso la propria vita, avvicinando tutti con pazienza e amicizia”, questa è la missione della Chiesa giapponese oggi, ha sottolineato Filoni, le cui parole sono state riprese dall’agenzia Fides.
“Le difficoltà presenti — ha spiegato il cardinale prefetto — non spariranno magicamente nel prossimo futuro, vista l’accelerazione della secolarizzazione della società. Tuttavia, non bisogna rassegnarsi davanti all’immensità dei problemi. Perché il lavoro essenziale è compiuto della Grazia, cioè da Dio. Dio ama i giapponesi e conosce i problemi e le angosce di questo popolo.”
“La fede in Cristo è stata sempre considerata, in ogni società tradizionale, come una «rivoluzione»”, ha detto Filoni, e neppure l’opposizione di chi percepisce il cristianesimo “come un elemento estraneo che minaccia l’armonia della società” ha potuto fermare o intimidire l’opera apostolica.
La missionarietà, ha proseguito il prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, “è una passione, è come un amore travolgente”, cioè “prende e marca tutta la vita. Non c’è razionalità, che raffreddi e uccida l’ardore”.
I missionari che hanno introdotto il Vangelo nel Paese — ha spiegato poi il cardinale nella sua omelia della Messa celebrata nella cattedrale di Nagasaki — erano disposti a sacrificare la propria vita, non per annunciare “uno straordinario saggio o un guru della vita morale” o un “promotore di benessere sociale” ma “il mistero di Gesù, Figlio di Dio, che offre la sua vita per riscattare l’uomo dalla sua solitudine esistenziale, dalla povertà del peccato e dalle schiavitù che lo umiliano”.
Nella sua predica, ripresa da Fides, Filoni ha evocato la vita di san Francesco Saverio, arrivato a Kagoshima più di 400 anni fa. “Per questo grande missionario annunciare il nome di Gesù in Giappone, rispondeva al profondo desiderio di portare in questa terra l’annuncio dell’amore e della compassione di Dio”, ha ricordato il porporato.
Filoni ha messo in guardia dal “pericolo di «relativizzare» sia la missione della Chiesa nel portare il Vangelo, sia la stessa persona di Cristo”. “Si preferisce parlare di Cristo come di un saggio che mostra una giusta regola di vita, o di una buona persona che aiutava i poveri e gli emarginati della società della sua epoca. Volendo vedere la figura di Cristo come un filantropo dell’umanità, si rischierebbe di percepire anche la missione della Chiesa come quella di una grande organizzazione umanitaria mondiale”, ha avvertito il cardinale prefetto. (pdm)

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Marina Droujinina

Giornalismo (Mosca & Bruxelles). Teologia (Bruxelles, IET).

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