Santa Marta, 14 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa a Santa Marta: il “mistero d’amore”, che è la Croce

Messa nella “Domus Sanctae Marthae” nella Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

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Dopo la pausa estiva e il suo viaggio apostolico in Colombia, papa Francesco è tornato oggi, giovedì 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, a celebrare la Messa mattutina nella cappella della “Domus Sanctae Marthae” in Vaticano. Al centro della sua meditazione il Papa ha posto proprio la Croce come “mistero d’amore”.
Partendo dal colloquio di Gesù con Nicodemo nel Vangelo di san Giovanni (3,13-17), il Pontefice si è soffermato su due verbi usati nella pericope, cioè “salire” e “scendere”. “Gesù sceso dal Cielo per portare tutti noi a salire in Cielo”, ha spiegato il Papa, le cui parole sono state riportate dal programma italiano di Radio Vaticana.
Proprio questo “è il mistero della croce”, ha aggiunto Francesco, che citando la Seconda Lettura presa dalla Lettera ai Filippesi di san Paolo (2,6-11) ha ricordato che Gesù “umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte”. “Questa è la discesa di Gesù”, ha proseguito: “fino al basso, all’umiliazione, svuotò se stesso per amore, e per questo Dio lo esaltò e lo ha fatto salire.”
Nella sua omelia, il Papa ha messo in guardia dalla duplice tentazione di accettare solo “una metà e non l’altra” di questo mistero, cioè seguendo o “un Cristo senza croce” o “una croce senza Cristo”.
La prima tentazione — molto antica del resto, poiché già menzionata da san Paolo nella sua Lettera ai Galati, così ha osservato Francesco — consiste nel separare il Figlio di Dio dalla croce e ridurlo ad un mero “maestro spirituale”. “Un Cristo senza croce che non è il Signore: è un maestro, niente di più”, ha avvertito il Pontefice.
L’altra tentazione invece propone “la croce senza Cristo”, ossia “l’angoscia di rimanere giù, abbassati, col peso del peccato, senza speranza”, ha spiegato il Papa, che ha parlato di “una specie di ‘masochismo’ spirituale”. “Solo la croce, ma senza speranza, senza Cristo”, ha ribadito Francesco.
Per capire il messaggio cristiano nella sua completezza, senza deformazione alcuna, occorre evitare di cercare di spiegare il mistero della Croce — come avevano fatto i Galati — ma entrarci dentro e contemplarlo. “Soltanto con la contemplazione si va avanti in questo mistero d’amore”, ha proseguito il Papa, che quindi ha proposto ai presenti un piccolo esame di coscienza.
“Oggi possiamo prendere qualche minuto e ognuno farsi la domanda: il Cristo crocifisso, per me è mistero d’amore? Io seguo Gesù senza croce, un maestro spirituale che riempie di consolazione, di consigli buoni? Seguo la croce senza Gesù, sempre lamentandomi, con questo ‘masochismo’ dello spirito? Mi lascio portare da questo mistero dell’abbassamento, svuotamento totale e innalzamento del Signore?”, così ha chiesto.
Papa Francesco ha concluso la sua meditazione chiedendo la grazia di poter entrare in quel mistero d’amore che è la Croce, perché solo in quel modo “poi col cuore, con la mente, con il corpo, con tutto, capiremo qualcosa”.

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Paul De Maeyer

Schoten, Belgio (1958). Laurea in Storia antica / Baccalaureato in Filosofia / Baccalaureato in Storia e Letteratura di Bisanzio e delle Chiese Orientali.

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