Cartagena, angelus, 10 settembre 2017 / © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Cartagena: difendere la dignità dei poveri e degli scartati

Parole del Papa prima dell’Angelus — Testo completo

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“Lavorare per la dignità di tutti i nostri fratelli, specialmente per i poveri e gli scartati dalla società, per quelli che sono abbandonati, per gli emigranti, per quelli che subiscono la violenza e la tratta.” Questa l’esortazione lanciata da papa Francesco nel quinto ed ultimo giorno del suo viaggio apostolico in Colombia.
“Sono i poveri, gli umili, quelli che contemplano la presenza di Dio, coloro a cui si rivela il Mistero dell’amore di Dio con maggiore nitidezza”, ha ricordato il Pontefice durante la recita dell’Angelus di domenica 10 settembre 2017, rivolgendosi ai fedeli presenti davanti alla chiesa di san Pietro Claver nel centro storico di Cartagena (de Indias).
Il Pontefice ha reso omaggio a “tutti coloro che, in vari modi, cercano di recuperare la dignità del fratello caduto per il dolore delle ferite della vita, di quelli che non si rassegnano e lavorano per costruire loro un’abitazione dignitosa, per assisterli nei bisogni impellenti e, soprattutto, pregano con perseveranza perché possano recuperare lo splendore di figli di Dio che è stato loro strappato”.
La carità aiuta a comprendere la verità e la verità esige gesti di carità”, ha proseguito Francesco, il quale ha ricordato che ancora oggi “milioni di persone sono vendute come schiavi, oppure vanno mendicando un po’ di umanità, un momento di tenerezza, prendono la via del mare o si mettono in cammino perché hanno perso tutto, a cominciare dalla loro dignità e dai loro diritti.”
Durante l’Angelus si poteva notare che il Pontefice portava un cerotto sul lato sinistro del viso. Come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, in un breve comunicato, “il Papa ha sbattuto nella papamobile ferendosi allo zigomo e al sopracciglio sinistro”. “Gli è stato applicato del ghiaccio e quindi medicato. Prosegue senza alcuna variazione il programma del viaggio”, ha aggiunto il portavoce vaticano.
Riprendiamo nella traduzione ufficiale le parole del Papa.
***
Cari fratelli e sorelle!
Poco prima di entrare in questa chiesa, dove si conservano le reliquie di san Pietro Claver, ho benedetto le prime pietre di due istituzioni destinate a persone con gravi necessità e ho visitato la casa della signora Lorenza, dove accoglie ogni giorno molti nostri fratelli e sorelle per dare loro cibo e affetto. Questi incontri mi hanno fatto tanto bene perché lì si può toccare con mano l’amore di Dio che si fa concreto, si fa quotidiano.
Tutti insieme pregheremo l’Angelus, ricordando l’incarnazione del Verbo. E pensiamo a Maria, che ha concepito Gesù e lo ha portato al mondo. La contempliamo stamattina invocandola come Nostra Signora di Chiquinquirá. Come sapete, per un lungo periodo di tempo questa immagine è stata abbandonata, ha perso il colore ed era rotta e bucata. Era trattata come un pezzo di sacco vecchio, usata senza alcun rispetto finché finì tra le cose scartate.
Fu allora che una donna semplice, che secondo la tradizione si chiamava María Ramos, la prima devota della Vergine di Chiquinquirá, vide in quella tela qualcosa di diverso. Ebbe il coraggio e la fede di collocare quell’immagine rovinata e corrosa in un luogo a parte, restituendole la sua dignità perduta. Seppe trovare e onorare Maria, che portava il Figlio tra le braccia, proprio in quell’oggetto che per gli altri era spregevole e inutile.
In tal modo, si fece paradigma di tutti coloro che, in vari modi, cercano di recuperare la dignità del fratello caduto per il dolore delle ferite della vita, di quelli che non si rassegnano e lavorano per costruire loro un’abitazione dignitosa, per assisterli nei bisogni impellenti e, soprattutto, pregano con perseveranza perché possano recuperare lo splendore di figli di Dio che è stato loro strappato.
Il Signore ci insegna mediante l’esempio degli umili e di quelli che non contano. Se a María Ramos, una donna semplice, ha concesso la grazia di accogliere l’immagine della Vergine nella povertà di quella tela rotta, a Isabel, una donna indigena, e a suo figlio Miguel, ha dato la capacità di essere i primi a vedere trasformata e rinnovata quella tela della Vergine. Essi furono i primi a vedere con occhi semplici quel pezzo di panno totalmente nuovo, e in esso lo splendore della luce divina, che trasforma e fa nuove tutte le cose. Sono i poveri, gli umili, quelli che contemplano la presenza di Dio, coloro a cui si rivela il Mistero dell’amore di Dio con maggiore nitidezza. Essi, poveri e semplici, furono i primi a vedere la Vergine di Chiquinquirá e diventarono suoi missionari, annunciatori della bellezza e della santità della Vergine.
E in questa chiesa pregheremo María, che ha chiamato sé stessa “la serva del Signore”, e san Pietro Claver, lo “schiavo dei neri per sempre”, come si fece chiamare nel giorno della sua professione solenne. Egli aspettava le navi che arrivavano dall’Africa al principale mercato di schiavi del nuovo mondo. Molte volte li accoglieva solamente con gesti, gesti evangelizzatori, per l’impossibilità di comunicare, per la diversità delle lingue. Ma una carezza va al di là di tutte le lingue. Tuttavia, san Pietro Claver sapeva che il linguaggio della carità, della misericordia era capito da tutti. Di fatto, la carità aiuta a comprendere la verità e la verità esige gesti di carità: vanno insieme, non si possono separare. Quando sentiva ripugnanza verso di loro – perché poveretti arrivavano in uno stato che era ripugnante – Pietro Claver baciava le loro piaghe.
Austero e caritatevole fino all’eroismo, dopo aver confortato la solitudine di centinaia di migliaia di persone, non morì onorato, si dimenticarono di lui, e trascorse gli ultimi quattro anni della sua vita malato e nella sua cella e in uno spaventoso stato di abbandono. Così ripaga il mondo; Dio lo ha ripagato in un’altra maniera.
Effettivamente, san Pietro Claver ha testimoniato in modo formidabile la responsabilità e l’attenzione che ognuno di noi deve avere per i suoi fratelli. Questo santo è stato, dagli altri, accusato ingiustamente di essere indiscreto nel suo zelo e ha dovuto affrontare dure critiche e una persistente opposizione da parte di quanti temevano che il suo ministero minacciasse il ricco commercio degli schiavi.
Ancora oggi, in Colombia e nel mondo, milioni di persone sono vendute come schiavi, oppure vanno mendicando un po’ di umanità, un momento di tenerezza, prendono la via del mare o si mettono in cammino perché hanno perso tutto, a cominciare dalla loro dignità e dai loro diritti.
María de Chiquinquirá e Pietro Claver ci invitano a lavorare per la dignità di tutti i nostri fratelli, specialmente per i poveri e gli scartati dalla società, per quelli che sono abbandonati, per gli emigranti, per quelli che subiscono la violenza e la tratta. Tutti costoro hanno la loro dignità e sono immagine viva di Dio. Tutti siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, e tutti la Vergine ci tiene tra le braccia come figli amati.
Rivolgiamo ora la nostra preghiera alla Vergine Madre, perché ci faccia scoprire in ognuno degli uomini e delle donne del nostro tempo il volto di Dio.
[Angelus Domini…]

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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Anne Kurian-Montabone

Laurea in Teologia (2008) alla Facoltà di teologia presso l'Ecole cathedrale di Parigi. Ha lavorato 8 anni per il giornale settimanale francese France Catholique" e participato per 6 mese al giornale "Vocation" del servizio vocazionale delle chiesa di Parigi. Co-autore di un libro sulla preghiera al Sacro Cuore. Dall'ottobre 2011 è Collaboratrice della redazione francese di Zenit."

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