Rifugiati, Lesbos / Wikimedia Commons - Ggia, CC BY-SA 4.0

Padre Czerny: "Maggiore coinvolgimento della società civile" nel Patto Globale per i Rifugiati

Il sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale è intervenuto a Ginevra

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Serve un impegno maggiore da parte della società civile a favore dei migranti, eliminando in particolare il traffico di esseri umani e lottando inoltre contro il fenomeno della “domanda” di persone. Lo ha affermato padre Michael Czerny SJ, rappresentante della Santa Sede presso la conferenza ONU che si sta svolgendo a Ginevra, in Svizzera.
Oggi si conclude la quinta sessione di lavoro sul Patto Mondiale per i Rifugiati, iniziata ieri, lunedì 4 settembre 2017, sul tema della migrazione sicura, ordinata e regolare, ed intitolata “Il traffico illegale di migranti, la tratta di persone e le forme contemporanee di schiavitù, inclusa l’identificazione, protezione e assistenza appropriate ai migranti e alle vittime della tratta”.
Il gesuita e sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale ha ricordato la grande attenzione attribuita dalla Chiesa a questi temi, in quanto “causano sofferenza” ad un numero crescente di persone in tutto il mondo, come riferisce “L’Osservatore Romano” nella sua edizione di oggi, martedì 5 settembre 2017.
P. Czerny ha elencato i vari fattori di vulnerabilità: oltre alla fame e alle guerre, spiccano “la povertà, la disoccupazione, la mancanza di istruzione, la discriminazione delle donne e delle ragazze”. Per questo motivo, il gesuita canadese ha chiesto alla comunità internazionale un impegno maggiore per contrastare il fenomeno della “domanda”, ad esempio, per quanto riguarda la prostituzione e il lavoro sottopagato, che rendono purtroppo il traffico di esseri umani un’attività molto redditizia.
Si tratta di uno scenario complesso e “tristemente caratterizzato” da “nuove forme di schiavitù gestite da organizzazioni criminali che vendono e comprano uomini, donne e bambini”, ha dichiarato p. Czerny, citando il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2016.
Preoccupa inoltre il fatto che il numero delle vittime di questo “turpe mercato” è in continua crescita, ha ricordato il gesuita. Dai dati emerge che poco più della metà, cioè il 51%, è costituita da donne, mentre il 20% sono ragazze.
Il sottosegretario del nuovo Dicastero vaticano ha parlato di un “settore multimilionario”, il quale coinvolge a livello globale dai 21 ai 46 milioni di persone, “tra vittime di lavoro forzato, indebitamento, sfruttamento sessuale e altro”.
Il gesuita canadese ha concluso perciò il suo intervento con un appello, affinché la schiavitù “non sia un aspetto inevitabile delle attività economiche”. (pdm)

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Rosa Die Alcolea

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