Campo profughi (RDC) / Wikimedia Commons - Julien Harneis, CC BY-SA 1.0

Migrazioni: il Papa è fiducioso nella capacità dell’Europa di “integrare”

Libro-intervista di Dominique Wolton / 1

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Uno dei numerosi temi affrontati da papa Francesco nel libro-intervista del sociologo francese Dominique Wolton è quello della crisi mondiale delle migrazioni.
Mentre il libro esce la settimana prossima, mercoledì 6 settembre, nelle librerie francesi, Le Figaro Magazine ne pubblica oggi, venerdì 1° settembre 2017, ampi stralci (pp. 37-42), con una presentazione del vaticanista del quotidiano parigino, Jean-Marie Guénois. Il volume è il risultato di una decine di udienze private con il Santo Padre in Vaticano.
“Siamo tutti migranti e siamo tutti rifugiati”. Wolton cita questa frase pronunciata il 16 aprile 2016 dal Pontefice durante la sua visita al campo profughi di Moria, sull’isola greca di Lesbos, accompagnato dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, e dall’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Geronimo II. Nell’occasione, il Pontefice e il Patriarca hanno firmato una dichiarazione comune.
Da parte sua, il Papa preferisce citare un’altra frase, presente sulle magliette t-shirt dei profughi: “Non sono un pericolo, sono in pericolo”.
Nel corso del colloquio con Wolton, il Papa fa riferimento alla Sacra Scittura, in particolare al racconto di Abramo e delle “migrazioni del popolo di Israele”, e in particolare alla storia di Gesù, che “lui stesso è stato un rifugiato, un immigrante”, per poi affermare, che “esistenzialmente, attraverso la fede, siamo immigrati”.
Dalle parole del Papa traspare infatti un’atmosfera del Libro della Genesi: il paradiso perduto, Adamo ed Eva esiliati, rifugiati sulla faccia della terra, e poi infine la nostalgia del ritorno.
Una delle immagini preferite del Pontefice italo-argentino è l’essere in cammino, l’essere per strada. “Quando un uomo o una donna non è in cammino, è una mummia. E’ un pezzo da museo”, ha dichiarato.
Di fronte all’aggravarsi della situazione, il Papa non ha peli sulla lingua. “Perché lasciano la loro terra? Per mancanza di lavoro o a causa della guerra. Queste sono le due ragioni principali”, ha spiega il Papa, che dichiara di pensare agli africani. “L’Europa ha sfruttato l’Africa”, ricorda. “Non so se si può dirlo! Ma certe colonizzazioni europee… si, l’hanno sfruttata”.
Francesco cita un capo di Stato africano che ha deciso di riforestare. “Le potenze economiche mondiali hanno tagliato tutti gli alberi”. “La terra è arida perché troppo sfruttata, e non c’è più lavoro.”
Quale soluzione? Prima del diritto ad emigrare c’è il diritto a non emigrare, già molto caro a Benedetto XVI”, ricorda papa Francesco. “La prima cosa da fare, e l’ho detto davanti alle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa, dappertutto, è di trovare lì le fonti per creare occupazione”, prosegue il Papa, ben consapevole che anche in Europa c’è un problema di disoccupazione.
Una seconda grande causa delle migrazioni sono i conflitti. “Se c’è guerra, [la gente] dovrà comunque fuggire. Ora chi fa la guerra? Chi fornisce le armi? Noi”, ha detto il Papa, che sogna un’altra Europa, che non abbia paura di ridiventare “madre”. L’Europa, spiega Francesco, “può ritrovarsi ritornando alle sue radici. E non avere paura. Non avere paura di diventare l’Europa madre”.
E l’Europa in questo momento ha paura. “Chiude, chiude, chiude…”, osserva Francesco, il quale ricorda la storia delle migrazioni che hanno fatto l’Europa e la capacità del continente di “integrare”.
“L’Europa è una storia di integrazione culturale, multiculturale come voi dite, molto forte. Da sempre”, continua il Papa, che menziona ad esempio i Longobardi, “nostri Lombardi di oggi”. “Sono dei barbari arrivati qui molto tempo fa… E poi tutto si è mischiato e abbiamo la nostra cultura.”
Come definire la cultura europea? “Sì, ha delle importanti radici cristiane, è vero”, così risponde il Pontefice. “Ma questo non basta per definirla. Ci sono tutte le nostre capacità. Queste capacità di integrare, di ricevere gli altri.” (pdm)

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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