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Nuova Carta degli Operatori Sanitari, un manuale di bioetica in linea con l'insegnamento della Chiesa

Il volume è stato presentato oggi in Vaticano insieme alla XXV Giornata mondiale del malato

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È stata presentata stamattina in Vaticano la Giornata mondiale del malato, istituita 25 anni fa da Giovanni Paolo II e celebrata l’11 febbraio, giorno in cui la Chiesa ricorda la Beata Maria Vergine di Lourdes.
La conferenza – a cui hanno partecipato mons. Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, segretario del dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, promotore della Giornata, il prof. Antonio Gioacchino Spagnolo, ordinario di Bioetica all’Università Cattolica di Roma, e Alessandro De Franciscis, presidente dell’Ufficio delle constatazioni mediche di Lourdes – è stata anche l’occasione per illustrare la Nuova Carta degli Operatori Sanitari.
Il documento aggiorna l’edizione del 1995, un vero e proprio manuale teologico-morale-medico per gli operatori sanitari. Vengono inserite novità significative, innanzitutto perché si rivolge non più solo a medici e paramedici ma anche ad amministratori, legislatori, biologi, farmacisti e in secondo luogo poiché introduce il concetto di “giustizia sanitaria”.
La Nuova Carta sottolinea, a proposito di quest’ultimo aspetto, che “le strategie sanitarie volte al perseguimento della giustizia e del bene comune, devono essere economicamente ed eticamente sostenibili”. Si chiede allora di rendere i farmaci essenziali a “costi accessibili ai singoli e alla comunità”. Destinatari del messaggio sono gli industriali, affinché siano mossi nel loro lavoro da “una visione di solidarietà e giustizia”, ha rilevato il prof. Spagnolo.
Non mancano linee guida su temi bioetici di strettissima attualità. La Nuova Carta ribadisce la ferma contrarietà all’eutanasia, sottolineando il dovere di “rispettare il malato nella fase finale della vita, escludendo sia di anticipare la morte (eutanasia), sia di dilazionarla con il cosiddetto ‘accanimento terapeutico’”.
Il prof. De Franciscis ha spiegato che pur dovendo rispettare “la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”, il medico “non è un mero esecutore”, ma “conserva il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà discordi dalla propria coscienza”. Affermazioni che si innestano nel dibattito in corso a proposito della legge sulla Dat (Dichiarazione anticipata di trattamento), in discussione al Parlamento italiano, che non prevede per il personale sanitario l’obiezione di coscienza dinanzi a un paziente che nella propria cartella clinica abbia sottoscritto la volontà di non ricevere cure.
Dibattito vivace è anche quello intorno ai vaccini. Il prof. Spagnolo, interpellato in proposito, ha affermato che è necessario “ridurre al minimo la possibilità di contagio per quelli che non possono vaccinarsi, è un dovere sociale”. La diminuzione di vaccini tra la popolazione – ha aggiunto – rappresenta un pericolo per coloro che non possono vaccinarsi per motivi immunitari.
 
La Nuova Carta ribadisce la contrarietà a pratiche come aborto, diagnosi pre-impianto definite segno di mentalità eugenetica e sperimentazione su minori e adulti incapaci a decidere. “Sicuramente la Carta – ha detto ancora il prof. Spagnolo – non è esaustiva dei problemi che si possono incontrare, ma è stata realizzata proprio per offrire una linea-guida il più possibile chiara per i problemi etici che devono essere affrontati nel mondo della salute, in armonia con gli insegnamenti di Cristo e del Magistero della Chiesa”.
Questo vademecum bioetico, ora disponibile in italiano, sarà tradotto presto in inglese e in futuro potrebbe uscire anche in lingua francese, ha spiegato mons. Mupendawatu. Parlando poi della Giornata mondiale del malato che si svolgerà a Lourdes, il presule ha spiegato che si aprirà venerdì pomeriggio con una Messa del card. Parolin e una relazione del cardinale Turkson. All’evento, che si concluderà lunedì mattina con una Messa al Santuario, si attende la partecipazione di oltre 10mila persone.
[a cura di Federico Cenci]

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ZENIT Staff

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