Congo, Brazaville

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Card. Parolin firma accordo tra Santa Sede e Congo

L’Accordo Quadro riconosce personalità giuridica alla Chiesa e stabilisce la collaborazione con lo Stato per perseguire benessere fisico, morale e spirituale dei cittadini congolesi

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Santa Sede e Congo avviano una collaborazione per sostenere la popolazione del Paese africano da un punto di vista morale, spirituale e materiale. Lo stabilisce l’Accordo Quadro firmato a Brazaville venerdì, 3 febbraio 2017, dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e da Clément Mouamba, Primo Ministro della Repubblica del Congo.
Costituito da un preambolo e 18 articoli, il documento garantisce alla Chiesa la possibilità di svolgere la propria missione nel Congo. In particolare, viene riconosciuta la personalità giuridica della Chiesa e delle sue Istituzioni.
Le due Parti, pur salvaguardando l’indipendenza e l’autonomia che sono loro proprie, si impegnano a collaborare per il benessere morale, spirituale e materiale della persona umana e per la promozione del bene comune. L’Accordo Quadro entrerà in vigore con lo scambio degli Strumenti di Ratifica.
In occasione delle firme, presso il Palazzo del Popolo della Repubblica del Congo, Parolin ha portato il saluto di Papa Francesco “a tutto l’amato popolo” congolese, sottolineando che la firma dell’Accordo “costituisce una nuova tappa, d’importanza storica”, che cade nel 40esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Congo.
Il segretario di Stato vaticano ha voluto anche precisare che questo accordo non garantisce alla Chiesa “privilegi particolari a spese di altre confessioni”, bensì rafforza “non solo la comprensione reciproca, ma anche la collaborazione tra le comunità religiose”.
Nell’ultimo giorno di permanenza in Congo, il 4 febbraio 2017, il card. Parolin ha celebrato una Messa nella Basilica nazionale di Sant’Anna. “Vivete nella pace e nel dialogo – è stata la sua esortazione durante l’omelia – coltivate la tenerezza di Dio, la sua compassione e non il rancore e l’odio, la condivisione e non l’egoismo, l’unità e non la divisione o il tribalismo, la solidarietà e non l’indifferenza”.

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ZENIT Staff

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